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Luigi Ansaloni
Il circo della Motogp sbarca ad Austin con
tante domande e poche, pochissime cer-
tezze. L’unica cosa sicura è che sarà la pri-
ma volta delle due ruote nel circuito del
Texas, dopo il debutto 2012 della F.1.
Un’altra gara negli USA, dunque, dopo
quella di Laguna Seca e del suo mitico
cavatappi (riservata però solo alla catego-
ria principale del motomondiale). Quella
del CTO è una pista nuova, modernissima,
lodata da Fernando Alonso e soci, un po’
meno dai centauri, che l’hanno provata a
marzo e non ne sono rimasti esattamente
entusiasti. Il tracciato, infatti, è palese-
mente pensato per le quattro ruote, con
delle staccate che non sembrano adattar-
si alle moto e con un rettilineo infinito
(
che sa un po’ di Mugello o Alcaniz) dove
si possono raggiungere velocità pazzesche
(
nei test si sono sfiorati i 360 chilometri
orari), che metteranno a dura prova anche
il fisico dei bikers. Nelle prove premondia-
li, hanno impressionato soprattutto le
Honda HRC di Pedrosa e soprattutto di
Marc Marquez, con il talentino spagnolo
dominatore in tutti e tre i giorni di pista.
Sarebbe naturale, dunque, considerare lui
e la Honda come i favoriti assoluti per il
weekend americano, ma dopo la gara del
Qatar e il dominio delle Yamaha di Jorge
Lorenzo e Valentino Rossi, non si posso-
no certo escludere le moto del Diapason
nella lotta al bottino pieno. Nei test di un
mese fa, il Dottore e il campione del mon-
do si sono molto lamentati per la mancan-
za di grip e di cavalli, ma l’impressione
generale è stata quella che i due giocasse-
ro a nascondino, più che altro, anche se
Rossi non ha nascosto che questa pista
non gli piace più di tanto. E se la carriera
ha insegnato qualcosa, il nove volte cam-
pione del mondo quando non sente da
subito il feeling con un nuovo tracciato,
difficilmente dopo si abitua. In questo,
Lorenzo sembra essere più pronto, ma tut-
to rientra tra le domande e le poche cer-
tezze accennate sopra. Di sicuro, Pedrosa
deve immediatamente dare una risposta
sia ai rivali Yamaha sia (soprattutto)
all’arrembate Marquez, che rischia davve-
ro di metterlo subito all’angolo nei delica-
tissimi meccanismi interni dell’HRC. Dani
pensava di poter gestire il tutto con più
facilità dopo l’addio di Casey Stoner: fin
dai primi test ha subito capito che non era
una speranza vana. A proposito di speran-
ze, c’è sempre il dilemma Ducati: il debut-
to in Qatar è stato molto positivo in qua-
lifica, meno in gara. L’infinito rettilineo
potrebbe esaltare il motore della casa di
Borgo Panigale, ma ci sono stati troppi alti
e bassi (molto più i primi che i secondi, a
dir la verità) per azzardare qualsiasi pre-
visione. Occhio, piuttosto, a Cal Crut-
chlow: il pilota della Yamaha non ufficia-
le ha impressionato a Losail, ed è ormai
uno dei piloti più veloci e temuti in asso-
luto. Non sarà facile per lui raggiungere il
podio, ma la classica puntata kamikaze su
di lui si potrebbe pure fare.
Valentino Rossi
saprà far valere la sua esperienza?