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ITALIANO RALLY
1000
MIGLIA
“
L’avevo detto che ero qui per vincere”. Già, Alessandro Perico l’aveva detto. E
come tutti quelli che dichiarano obiettivi ambiziosi, s’era procurato commenti
poco benevoli conditi da sguardi perplessi. Il bergamasco ha lasciato dire e fare,
s’è adattato alle circostanze e ha lasciato ai tabulati il compito di rispondere agli
scettici. Poi, a cose fatte, ha spiegato che una bella mano l’ha avuta dalla Peu-
geot 207 tirata come sempre a lucido nella sua factory e dalla Pirelli: “Gli pneu-
matici hanno avuto come sempre un ruolo molto importante e devo ringrazia-
re Terenzio Testoni di avermi sempre suggerito la sceltamigliore”. E’ tutto vero,
ma non è tutto. Questa volta ci ha davvero messo molto di suo: ha resistito alla
tentazione di prendere rischi eccessivi quando Umberto Scandola era in testa,
non s’è fatto condizionare troppo dai dieci secondi di penalità inflittigli per aver
bruciato una partenza e, soprattutto, è restato calmo nel finale, quando il vero-
nese con la Skoda si stava giocando il tutto per tutto per riprendersi il primo
posto. Battuto per dieci secondi e quattro nel primo dei due passaggi sulla Caval-
lino, nel secondo ha reagito concedendone solo cinque e due al rivale.
Perico se la ride, felice di essere tornato sul gradino alto di un podio tricolore
dopo quasi otto anni, e se la ride pure Emanuele Zecchin terzo alla fine di una
gara diligente e niente più con un’altra “leonessa” integrale. Un sorriso se lo
concede pure Umberto Scandola, secondo con la Fabia. Voleva e in un certo
senso doveva vincere, il veronese. Non c’è riuscito a causa di un pneumatico
tagliato sul finire della prima frazione quando, già fuori Umberto Basso e Ste-
fano Albertini, avrebbe anche potuto prendersela un tantino più comoda. Ma
almeno, questa volta, ha saputo essere protagonista e non comparsa come al
Ciocco. Non è tantissimo, ma non è neppure poco. E i punti raccolti nel fine
settimana bresciano sono un bel viatico per la sua marcia d’avvicinamento a
un titolo tricolore che difficilmente potrà non vincere. Che, per dirla tutta, può
solo perdere. Anche se Perico proverà a contrastarlo, almeno sulle strade catra-
mate.
ALBERTINI RISICA
MA NON ROSICA
Un miglior tempo nella quarta piesse e un altro nel-
la quinta. Aquel punto, secondo ameno di tre secon-
di dalla vetta, Stefano Albertini s’è detto che era il
caso di tentare il colpaccio. Ci ha provato, il valsab-
bino, ma gli è andata male: nella prova di casa, quel-
la delle Pertiche, ha aperto una ruota della 207
Racing Lions e addio sogni di gloria. “Non ho fatto
bella figura”, mormora a bocce ferme. Deluso il giu-
sto anche per non aver ripagato la fiducia con un
risutato positivo. Pur se è piuttosto chiaro che dove-
va provarci. Come, giustamente, ha fatto.