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GP CINA
FERRARI
Stefano Semeraro
Il complimento più bello alla macchina e al team sta tutto in quella
frase di Fernando Alonso, la risposta all’ingegner Andrea Stella che
gli raccomandava di andare piano come i santini di Padre Pio (“non
correre, pensa a me”) sui cruscotti delle 1100 di una volta. «Ma io
non stavo andando forte»: uno slogan che scolpisce il momento, un
tormentone da stampare su una t-shirt, proprio come il «lasciatemi
in pace, so quello che devo fare», di Raikkonen. Kimi che deve doma-
re la Lotus, Nando che la sua Ferrari non ha neanche bisogno di spin-
gerla al massimo. Fe-no-me-na-le, come ha scandito alla fine pro-
prio l’ingegner Stella, contento che la F138 si sia rivelata un bolide
costante, non solo una effimera cometa. La Rossa di Alonso a Shan-
ghai ha dato proprio l’impressione di poter fare quello che voleva.
Gestire le gomme, partire alla grande, sorpassare, risorpassare, con-
trollare. Ne hanno fatto le spese Sebastian Vettel, passato prima al
29
esimo e poi al 43esimo giro, e prima ancora Lewis Hamilton, sal-
tato in partenza dalle due Rosse come l’ostacolo di un concorso
d’equitazione. Felipe Massa dopo un ottimo avvio si è perso come
purtroppo ancora gli capita, ma Alonso ci ha fatto capire una cosa:
la Ferrari è tornata. E’ ancora (molto) presto per parlare di mondia-
le in pugno, di futuro assicurato, ma vedere Fernando tornare alla
vittoria dopo 12 gare con tanta autorità, con tanta sicurezza, quasi
con nonchalance - «non stavo mica andando forte»… - è un messag-
gio chiaro e forte.
«
Meglio di così non poteva andare, è stata una gara fantastica», ha
ammesso il bi-campeon. «Non vincevo dal GP di Germania dello scor-
so anno, e stavolta è stato ancora più bello perché è stata una gara dif-
ficile, piena di azione. Ed è la conferma, dopo il podio a Melbourne (e
quello che si sarebbe potito cogliere a Sepang, aggiungiamo noi, ndr)
che questa macchina può puntare sempre in alto. Con la fortuna ave-
vamo un credito, ma la squadra è stata brava ad azzeccare tutto, stra-
tegie (a tre soste, ndr), set-up, pit-stop. Abbiamo sfruttato il nostro
passo, gestendo bene le gomme. Anche se non è stato facile».
Le novità aerodinamiche hanno funzionato, e ora si può guardare
con fiducia al GP del Bahrain, che sta appena dietro l’angolo. «In
questo inizio di campionato è difficile analizzare bene i valori in cam-
po – ha detto StefanoDomenicali – tutte le squadre hanno avuto pre-
stazioni altalenanti. Noi dovremo lavorare per migliorare il rendi-
mento della macchina sul singolo giro senza perdere il passo sulle
lunghe distanze». La “mission” insomma è dominare in corto e in
lungo, oltre che in lungo e in largo, come si è visto in Cina. Con una
Ferrari e un Alonso così, non sembra nemmeno un traguardo irrea-
lizzabile.