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GP BAHRAIN
FERRARI
Alonso non fa drammi, come sempre guarda avanti con ottimismo
e pensa già alla prossima gara che sarà a casa sua, in Spagna,
sul circuito di Montmelò
Stefano Semeraro
L’ala anteriore l’ha spaccata lui in Malesia. Quella poste-
riore gli si è bloccata in Bahrain. Va bene che Fernando
Alonso è come l’araba fenice, capace ogni volta di rinasce-
re dalle sue ceneri, ma a tutto c’è un limite: senza ali non
si vola. Dopo la partenza da leone, con quel sorpasso
all’esterno su Sebastian Vettel che ha fatto imbufalire il
tedesco chiamandolo ad una rabbiosa reazione, la gara di
Fernando sembrava una faccenda da podio, con il gradi-
no più alto in palio per il più grintoso, il più bravo a gesti-
re le gomme e le strategie. Invece. «All’inizio sentivo il
posteriore leggerissimo – ha spiegato Alonso - ma in ret-
tilineo andavo molto veloce. Neppure ho guardato negli
specchietti. Mi sono detto, così non va, le gomme dietro
sono già finite, e l’ho comunicato al team. Ma mi hanno
risposto: ‘le gomme non c’entrano nulla, è il DRS che si è
bloccato, torna ai box in questo giro». Giro sei, il volo
spezzato. Ai box l’alettone ribelle hanno provato a fissar-
glielo come nei cartoni animati, con un paio di cazzotti a
mani nude, ma non è servito. Il dispositivo si è bloccato
di nuovo, un altro pit-stop è diventato necessario, e di lì
in poi gli orizzonti dilatati del deserto del Bahrain per il
ferrarista si sono improvvisamente chiusi.
«
Se questo problema del DRS capita a fine gara magari
con un pit-stop in più puoi perdere due o tre posizioni,
ma quando capita all’inizio ne perdi 18-20, e lottare sen-
za utilizzarlo diventa difficile. Ci abbiamo provato, ma è
stata una gara un po’ sfortunata». Non che Nando si sia
fatto prendere dallo sconforto, anzi. Anche handicappato
dall’inedito guasto, ha messo insieme la sua solita gara da
fenomeno, sorpassando anche senza DRS, tenendo dove
poteva, combattendo come un pugile che si trovi un brac-
cio legato dietro la schiena. L’ottavo posto, in quelle con-
dizioni, era davvero il massimo possibile. Un traguardo
inseguito nella convinzione che alla fine di campionato
tirato anche la manciatina di punti raccolti in Bahrain
possano tornare utili.
«
Certo abbiamo meno punti di quanti dovremmo – ha
sospirato Domenicali – in quattro gare avremmo potuto
finire sempre sul podio e magari vincerne una di più, ma
piangere non serve a niente. Vettel ha 30 punti di vantag-
gio, ma se ne farà 0 a Barcellona e noi vinceremo saremo
di nuovo lì. Quattro gare sono poche. E non dimenticate
che l’estate scorsa noi ne avevamo 50 di vantaggio su di
lui…». Resta l’amarezza per l’ala inceppata. «E’ la prima
volta che capita in tre anni – ha raccontato Alonso – è un
sistema idraulico e a volte con molto carico aerodinami-
co non è facile da azionare, ma il DRS che non si chiude,
no, non era mai successo. Il risultato è che sorpassi era-
no diventati quasi impossibili, dovevo provarci alla curva
8
e alla 10 consumando molto gli pneumatici. Se la gara
fosse durata uno o due giri di più avrei perso un’altra posi-
zione, perché Nico stava rimontando molto bene e io non
avevo più gomme. Perez? No comment. Vettel? Non so
come sia andato, ma con noi lì davanti per lui sarebbe sta-
to più difficile».
Un guasto del genere, in un team che di solito vanta un’af-
fidabilità quasi assoluta, è come una coltellata alle spalle.
Quest’anno che la macchina sembra andare finalmente
bene, non ci voleva proprio. «Non ho la palla di cristallo,
ma so che il podio era un traguardo realistico, il risultato
di Kimi eGrosjean ne è una conferma. Non rimpiango cer-
to la macchina dello scorso anno, e non sono mai arriva-
to alla vigilia di Barcellona con tante chance di fare risul-
tato. Speriamo che lì i conti con la fortuna tornino in equi-
librio». Servirebbe proprio un po’ di fortuna.
Un colpo d’ala.
ALI SPEZZA