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Marco Cortesi
Dopo l'avventura 2012 della DeltaWing,
una nuova, e ancora più innovativa conten-
dente verrà schierata quest'anno nel 56esi-
mo box della 24 Ore di Le Mans, quello
dedicato alle forme di propulsione alterna-
tiva. Protagonista la Green GT H2, alimen-
tata da un motore a cella di combustibile e
alimentato a idrogeno. Dopo una lunga fase
di progetto, la vettura ha finalmente esor-
dito in pista con al volante il bresciano
Christian Pescatori, scelto come pilota uffi-
ciale per lo sviluppo e al quale abbiamo
chiesto di raccontarci le prime impressio-
ni. A lanciare l'idea, l'omonima azienda
svizzera, fondata da Jean-Francois Weber,
ex manager della Mader, Christophe
Scwartz e Stanistals de Sadleer. Insieme
all'azionista di maggioranza Chris Ricard e
all'ex boss della JMB Jean-Michel Boure-
che, direttore commerciale e racing,
l'azienda ha così approfittato dell'apertura
da parte dell'ACO mettendo in cantiere la
partecipazione alla Sarthe. La Green GT
H2, secondo i dati forniti dal costruttore,
potrà avere un'autonomia superiore ai 40
minuti. La potenza sarà di oltre 500 caval-
li disponibili da 10.000 a 120.000 (!) giri.
Dal punto di vista della sicurezza invece, si
punta su serbatoi 10 volte più resistenti
rispetto alle direttive FIA. Per ora, nessuna
notizia sui compagni di squadra di Pesca-
tori, che potrebbero arrivare proprio dal
management di Boureche. Alla sua settima
apparizione, Pescatori si troverà coinvolto
in una sfida più unica che rara. Nei primi
anni Duemila ha corso per l’Audi ufficiale
la 24 Ore di Le Mans dopo un brillante car-
riera in monoposto tra F.3 e F.3000, ed è
stato protagonista dei campionati FIA GT e
Prototipi. Da qualche anno si era ritirato
occupandosi anche di seguire la carriera di
alcuni giovani piloti.
Com'è stata la prima impressione della
GreenGT?
"
Abbiamo completato due giorni di test,
seguiti allo shakedown vicino alla sede di
Losanna, tra Lurcy-Lévis e Magny-Cours.
Ancora non si trattava di spingere, però le
impressioni sono state molto favorevoli. Si
tratta di una vettura molto diversa da qua-
lunque altra, ma nonostante ciò non abbia-
mo avuto brutte sorprese."
Vi siete già fatti un'idea sul livello di presta-
zioni?
"
Ancora non si può parlare di prestazioni
perché c'è tutta una serie di componenti
ancora da installare, in più avremo una
nuova cella di combustibile specifica per la
gara. Però si guida come un vero prototipo
ed è molto ben costruita. Inoltre, con que-
sta tecnologia si può lavorare tantissimo
per adattare la guida al proprio stile. La
coppia può essere modificata e spostata in
maniera relativamente veloce, e ci sarà
anche molto da lavorare sul freno motore”.
Quali sono i prossimi passi?
Per ora, abbiamo controllato che tutto
andasse bene, che le temperature fossero
nella norma e che la vettura funzionasse,
ma in una decina di giorni dovrebbero esse-
re completate le ultime componenti e tor-
neremo in pista per un vero programma di
test".
Come sei diventato pilota di riferimento del
progetto?
"
Sono stato chiamato da Jean-Michel Bou-
reche che dirigeva la JMB, con il quale ave-
vo un ottimo rapporto sin dai tempi della
Ferrari 333. Siamo partiti quattro anni fa.
L'idea all'inizio era quella di una vettura
elettrica, poi abbiamo visto che questo tipo
di tecnologia non aveva abbastanza svilup-
po per un'applicazione competitiva nelle
corse, in particolare per quanto riguardava
il peso. Quindi si è scelto di realizzare un
progetto ancora più innovativo".