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MOTO GP
GARA A JEREZ
Luigi Ansaloni
Tutti ad aspettare il dominio di Jorge Loren-
zo, l’ennesimo show di Marc Marquez o la
definitiva resurrezione di Valentino Rossi, a
Jerez de la Frontera, circuito spagnolo un po’
cervellotico e dalla mille insidie. Ed invece è
spuntatoDaniel Pedrosa, il fantino fatto cen-
tauro dallo sguardo sempre triste, mai dav-
vero soddisfatto di se stesso, costantemente
messo da parte da tutti, anche in casa. Il
numero 26 dell’Hrc ha letteralmente domi-
nato il terzo appuntamento della Moto GP,
precedendo il compagno Marquez e Loren-
zo, protagonisti di un duello mozzafiato
all’ultima curva, con tanto di polemica
(
rovente) finale. Pedrosa, dopo un avvio in
scia al campione del mondo della Yamaha,
ha rotto gli indugi al sesto giro, prendendo il
comando e scappando via senza particolari
problemi. Merito della Honda che sa cocco-
lare meglio le gomme rispetto alla concor-
renza, e merito suo che ha guidato come
meglio non poteva.
Lorenzo ha potuto far ben poco, e quando
sembrava che il secondo posto fosse al sicu-
ro, eccoquelmattodiMarquez, che dopouna
gara incollato ai tubi di scarico del numero
99
si è inventato un sorpassone clamoroso
all’ultima curva, con tanto di gomitata in sti-
le Valentino Rossi a Sete Gibernau nel 2005.
Corretto? Non corretto? Una via di mezzo,
ma certamente molto spettacolare. Lorenzo
l’ha presa malissimo, Marquez ha fatto spal-
lucce, incassando anche i complimenti (un
po’ sornioni) di Rossi.
A proposito del Dottore, per lui un quarto
posto in gara, senza mezzi termini abbastan-
za deludente. Va bene la caduta nel warm-up
e i conseguenti problemi nella messa a pun-
ta in vista della gara, ma appare chiaro come
i valori in pista parlino di Rossi come l’ulti-
ma ruota del carro dei vincitori. Attualmen-
te, il valore del nove volte campione del mon-
do è questo, senza se e senza ma. Non è fini-
to, Rossi, ma non è certamente il più veloce
in assoluto come ai bei tempi. Tranne qual-
che fiammata (vedi Qatar), il suo passo sia in
qualifica sia in gara appare distante sia dal
duo Honda sia dal compagno di squadra
Lorenzo. Se sei stato Valentino Rossi, canni-
bale e “Dottore” per eccellenza, non può
bastare. E l’alibi della moto, come ai tempi
della Ducati, non regge più. La classifica,
dopo 3 gare, parla di un -18 in classifica per
Rossi sul leader Pedrosa. Il campionato è
lungo, ma la situazione per ora è questa.
Lontanissimo anche Andrea Dovizioso, otta-
vo con la Ducati, alle prese con la solita, lun-
ghissima malattia che solo la medicina Sto-
ner riusciva a curare. Le altre classi, nemme-
no a dirlo, parlano anche loro sempre più
spagnolo: in Moto 2 ha vinto Esteve Rabat
(
Kalex), che preceduto l'inglese Scott Red-
ding (Kalex) e l'altro iberico Pol Espargarò.
In Moto 3 dominio di Maverick Vinales, in
una gara è stata interrotta dopo 16 dei 23 giri
in programma per via della brutta caduta del
franceseAlanTecher (per lui tanta paura,ma
nulladi grave). Lo spagnolodellaKtmhapre-
ceduto sul podio Luis Salom (Ktm) e il tede-
sco della Kalex KtmJonas Folger. Dell’Italia,
anche qui, nessuna traccia. A poco a poco il
tricolore sta sparendo un po’ dappertutto, sia
dalla Motogp sia dalle classi minori. Con
Rossi in fase più o meno decadente e con
Dovizioso bravo, ma non sicuramente un
fenomeno, il futuro non sorride di certo. Ci
sono tanti, troppi piloti discreti e poco più, e
finisce lì. C’è Romano Fenati, autore di buo-
ne prove qua e là, ma non sembra avere le
stigmate del campionissimo. Per il suo avve-
nire, e per il nostro, speriamo davvero di sba-
gliare.