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FORMULA 1
GP SPAGNA
Stefano Semeraro
“
Son contento di essere finito quarto, ma mi dispiace”. Sebastian Vettel dopo un
weekend difficile, confuso, e abbastanza deludente per la scuderia campione del
mondo in carica decide di fare buon viso a cattivo GP.
La pole mancata e la sverniciata accusata da Fernando Alonso devono avergli
lasciato l’orgoglio contuso, e anche se è ancora il leader del Mondiale un po’ di
preoccupazione le ultime traversie della Red Bull devono procurargliela. La
squadra è divisa, MarkWebber ormai pare un pilota senzamotivazioni, e il genio
Adrian Newey per ora non è riuscito a estrarre il solito coniglio dal cilindro. La
colpa, per Seb, è molto delle gomme Pirelli che si sciolgono sotto il suo ritmo di
guida. «Penso che possiamo essere contenti del quarto posto – sospira – o alme-
no dobbiamo esserlo. Le prime tre macchine erano troppo veloci per noi, e
comunque migliori nell’utilizzare le gomme. Sul lungo periodo il discorso cam-
bia: credo che la nostra monoposto sia abbastanza veloce, ma dobbiamo fare
qualcosa per assicurarci che gli pneumatici durino di più. Altri ci sono riusciti,
noi no. Al momento non corro alla velocità della macchina, ma a quella delle
gomme».
Critiche, e autocritiche. «Cambiare la strategia da tre a quattro soste è stato un
errore. All’inizio pensavamo di farcela, poi abbiamo dovuto riconoscere che non
è stato così». Insomma, la Pirelli ha le sue colpe, ma anche il team – non il solo
del resto – al momento appare un po’ in crisi. Le incertezze che ieri erano patri-
monio della Ferrari sembrano passate in eredità alla squadra anglo-austriaca. E
chissà se il pateracchio malese, con la orrenda gestione delle dinamiche di squa-
dra, è più da considerarsi una causa o un effetto dell’aria inquieta che si respi-
ra nel team. Webber è ormai out, Vettel non riesce a imporsi come in passato,
in pole come in gara, l’endorsment pubblico di Helmut Marko per Daniel Ric-
ciardo sicuramente non ha aiutato a rasserenare gli animi. Il potere, come dice-
va uno che ne sapeva uno più del diavolo, logora chi non ce l’ha?
Chris Horner dal canto suo smorza la delusione. «Il quarto e il quinto posto non
erano certo gli obiettivi, ed è stata una gara dura per noi. Ma è chiaro che le gom-
me sono state il fattore determinante. Non avevamo ritmo, eppure siamo riu-
scito a portare a casa dei punti, e con la strategia delle quattro soste per entram-
be le vetture abbiamo compiuto molti pit-stop velocissimi. Non è il massimo,
ma sono contento di come siamo riusciti ad ottenerlo». Come si dice a Roma?
Contentarsi con l’aglietto…
WEBBER SBAGLIA LA PARTENZA
MA LA SQUADRA L’HA MOLLATO
Mark Webber ha probabilmente perso un po’ di smalto come pilota, ma non la
ruvidezza nelle dichiarazioni. «La Ferrari e la Lotus oggi giocavano in un cam-
pionato diverso dal nostro, ammettiamolo. E se non hai ritmo, non puoi spera-
re in qualche strategia magica. Alla prima curva mi sono ritrovato 14esimo o
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esimo, risalire fino al quinto posto è stato il massimo che potevo fare». Vero,
anche se nel bruttissimo start qualcosa di suo Crocodile Mark ce l’ha messo. Ma
se togli la fiducia a un pilota, come ha fatto la Red Bull, come puoi aspettarti poi
che si danni l’anima per un futuro che, comunque vada, non lo contempla?