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Stefano Semeraro
Martin Brundle, commentatore di Sky in Inghilterra, ha rive-
lato di aver ricevuto un twitter scandalizzato da un fan. «Con
quattro soste non è più una gara di F.1, ma un viaggio in bus!».
E stavolta Paul Hembery, capo del motorsport della Pirelli, ha
ammesso che nell’appunto c’è della verità. Va bene creare spet-
tacolo, ma con gomme così facili al degrado anche i fan più
accaniti rischianodi rimanere storditi davanti al continuocaro-
sello ai box: 82 pit in 66 giri di corsa possono creare sconcer-
to e in parte annullare l’effetto-show dei tanti sorpassi renden-
do a tratti indecifrabile cosa sta succedendo in pista.
«
Quando abbiamo accettato il contratto per la F.1 – ha rivela-
to Hembery – ci era stato dato un obiettivo specifico: il model-
lo doveva essere il GP del Canada del 2010. Ma non è così faci-
le, perché lemacchine cambiano e noi non possiamomai testa-
re le gomme nuove nel corso della stagione». Il risultato sono
i lamenti dei team, e muretti che faticano a capire quale sia la
strategia giusta da applicare gara dopo gara. E in Catalogna le
caratteristiche abrasive dell’asfalto hanno aggravato la situa-
zione. Nel dopo gara molti piloti hanno reiterato le proteste
della vigilia, Jenson Button ha definito addirittura “una vergo-
gna” il fatto che i piloti non si possano esprimere per colpa del
degrado estremo delle coperture. «Sicuramente quattro pit-
stop sono troppi – ha ammesso Hembery – noi ne vorremmo
2
o 3 al massimo. Quattro creano confusione, ma fino ad ora
era successo solo in Turchia durante il nostro primo anno. Il
tipo di mescole che abbiamo preprato è troppo aggressivo, ora
cercheremo di cambiare qualcosa in tempo per Silverstone».
ETTE
RO PIT-STOP»