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INDYCAR
QUALIFICA A INDIANAPOLIS
Marco Cortesi
La pole position per la Indy 500 è di EdCar-
penter. Sorpresa? Certo non si tratta di uno
dei numi tutelari della serie, ma il figliastro
di Tony George non è più l'ultimo arrivato.
Deciso a progredire come pilota e team
manager, Carpenter è riuscito a confermar-
si tra gli interpreti "top" degli ovali veloci
dopo la bella affermazione nella California
500
di Fontana dello scorso anno. Oltre ad
avere migliorato in modo impressionante
le proprie performance sui tracciati strada-
li, crescita in parte vanificata dall'incredi-
bile vicinanza delle prestazioni nella serie,
si è imposto in quella che è la più classica
disciplina delle ruote scoperte a stelle e stri-
sce. La pole position nella 98esima mara-
tona dell'Indiana è il frutto di questo nuo-
vo stato delle cose, oltre che delle difficoltà
in cui sono incappati alcuni dei top team
con l'arrivo del nuovo pacchetto tecnico e
in parte grazie alla superiorità Chevy. Dal-
la sua, chiave di volta per Carpenter sono
stati i servigi di Derrick Walker, storico
team manager di IndyCar e CART, diven-
tato General Manager della sua compagine.
Dopo una carriera che l'ha visto sempre
considerato come un privilegiato - e in par-
te a ragione - per lui si intravvede l'occasio-
ne giusta per ottenere una meritata eman-
cipazione sportiva. La prossima sfida è già
dietro l'angolo: trovare un sostituto per il
manager scozzese Walker, che passerà ad
un ruolo dirigenziale nella serie già dal
lunedì dopo la 500miglia. Comunque vada,
Carpenter, classe 1981, ha dalla sua un
trend che l'ha visto vincente in almeno una
corsa su ovale negli ultimi due anni. L'oc-
casione per confermarsi non potrebbe esse-
re migliore, coronando l'impegno nel
miglioramento personale ed evidenziando
ancora un'intelligenza imprenditoriale che
ha già sorpreso un po' tutti.
ANDRETTI DOMINA
MUNOZ LA SORPRESA
Parlando di cambiamenti di equilibri, è
impossibile non notare la posizione domi-
nante del team Andretti, che ha spesso e
volentieri comandato le operazioni duran-
te le libere prima di piazzare una zampata
mozzafiato. Ben cinque le loro auto nelle
prime tre file. E se durante le sessioni pre-
cedenti la qualifica il predominio poteva
essere attribuibile al sapiente uso della scia
tra compagni, arrivati al momento decisivo
non c'è stato dubbio: le Dallara dal muso
argentato saranno tra le più temibili, com'è
sempre stato nel 2013. E' ufficiale: Micha-
el Andretti ha ereditato il posto nella gerar-
chia della IndyCar che era di Chip Ganassi.
A dare ancora più soddisfazione, e a con-
ferma di un buon pacchetto tecnico, il
secondo posto di Carlos Munoz, ventunen-
ne di Bogotà che vuole seguire le orme di
Juan Pablo Montoya, vincitore al debutto
di Indy. Due vittorie in Indy Lights - arri-
vate dopo una difficile avventura europea -
compongono il suo bottino: sarà sufficilen-
te? Accanto ci saràMarco Andretti, uno che
in passato ha fatto molta fatica a lavorare
con nuovi compagni, specie ad Indy: dopo
il successo clamorosamente sfumato nel
2006,
convive con la voglia di sconfiggere
la maledizione di famiglia.
Il sorprendente Carlos Munoz