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Per cominciare una prova davvero speciale: quaran-
tasette chilometri e sette su un fondo tipicamente
greco. Dal fronte arriva la conferma che Mads Oster-
berg si è dovuto fermare per sostituire una ruota
volata chissà dove con quella di scorta, che Mikko
Hirvonen s’è trovato a tenere fra le mani un volante
che aveva smesso di far voltare l’auto con una certa
precisione e che per Sébastien Ogier la frazione era
già finita. Ai vecchi del giro torna in mente la prova
di Plan de Vitrolles, la prima del Monte-Carlo del ’99,
con i suoi quasi cinquanta chilometri. Allora, a farne
le spese, erano stati Carlos Sainz, Freddy Loix, Man-
fred Stohl e Luis Climent, tutti fermi definitivamen-
te, ma anche Richard Burns, diciannovesino a quasi
quattro minuti e mezzo dal leader Tommi Makinen,
Didier Auriol, venticinquesimo a quasi cinque,
Simon Jean-Joseph, cinquantesimo a quasi nove, e
Andrea Dallavilla, penultimo a poco meno di mez-
z’ora. “E’ un errore far iniziare un rally con una prova
lunga”, aveva tuonato Sainz. Serafico, Juha Kankku-
nen, uscito indenne ma con la certezza di dover fare
a meno dell’apporto di suo fratello – lui pure finito
in uno dei tanti mucchi selvaggi sotto strada, come
ricognitore, aveva chiosato: “Corta o lunga cosa cam-
bia? Un rally deve pur cominciare in qualche
modo...”.
UN INIZIO DA UOMINI VERI
COME QUEL MONTE DEL ‘99...