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MOTO GP
GARA AL MUGELLO
Luigi Ansaloni
Né la marea di cappellini gialli, né il casco-
tartaruga, né il tricolore hanno portato
quella fortuna che molti aspettavano. Anzi,
esattamente il contrario. E’ vero, ha vinto
una Yamaha, ma quella con stampato il
numero 99, non il 46, con a bordo un cor-
saro nero spagnolo con una minacciosissi-
ma X rossa sull’elmetto. Nemmeno il
Mugello ha ridato il sorriso a ValentinoRos-
si, tutt’altro: la corsa del Dottore, dopo pro-
clami (con tanto di buon passo gara ma set-
timo posto in griglia) è durata nemmeno un
giro, complice un Alvaro Bautista che lo ha
centrato in pieno senza colpo ferire, rovi-
nando di fatto la gara di entrambi e non
solo, vista la delusione dei tifosi arrivati in
Toscana per assistere al Gp d’Italia. Tutta la
gloria invece se l’è presa, meritatamente,
Jorge Lorenzo: il campione del mondo ha
dominato in lungo e in largo il week end del
Mugello, mostrando una superiorità netta
nei confronti di tutti gli altri. Dani Pedrosa
e la Hrc ci hanno provato a stargli dietro,
con il numero 26 che aveva anche conqui-
stato una bellissima pole, ma in gara si era
subito capito che il maiorchino ne aveva di
più. Molto di più. Lorenzo ha giocato al gat-
to col topo con Pedrosa e Marquez per i pri-
mi 10 giri, poi ha iniziato a martellare a
dovere, grazie al perfetto bilanciamento
della sua Yamaha e alla miglior tenuta delle
gomme, e la gara è finita lì. Pedrosa (sempre
leader iridato) ha capito che non poteva far
nulla e ha tirato i remi in barca, cosa che non
ha fattoMarquez, che non contento delle tre
cadute inanellate tra libere e prove ufficiali,
ha pensato bene di finire il fine settimana
nel modo in cui lo aveva passato, ovvero
sdraiandosi per terra quando era secondo e
stava tirando ancora come un forsennato.
Poco male, comunque: Marc imparerà da
questa lezione. E quando assimilerà anche
questa lezione, saranno dolori per tutti. Ter-
zo gradino del podio, con qualche rimpian-
to, per quel diavolaccio inglese di Carl Crut-
chlow, che con la Yamaha non ufficiale con-
tinua veramente a fare miracoli. E’ straor-
dinaria la capacità del britannico di rialzarsi
dopo una caduta (e ne fa veramente tante)
e di risalire in sella come se niente fosse,
andando più forte di prima. Bene, non
benissimo le Ducati: Dovizioso aveva un po’
illuso conquistando la prima file (figlia più
di un gioco di scie che di altro), ma si è spen-
to subito, arrivando quinto e lontanissimo
dai primi. Per il numero “04” la consolazio-
ne, parziale, di aver scavalcato Valentino
Rossi in classifica generale, che vede sem-
pre Pedrosa primo, Lorenzo secondo eMar-
quez terzo, a mò di monomarca spagnolo.
Passando alle altre categorie, il britannico
Scott Redding ha vinto nella classe Moto2.
Il pilota della Marc VDS Racing Team ha
preceduto sul traguardo lo spagnoloNicolas
Terol (Mapfre Aspar Team) e il francese
Johann Zarco (Came Iodaracing Project).
Nella Moto3 vittoria per lo spagnolo Luis
Salom: il pilota della Ktm si è imposto in
volata precedendo i suopi connazionali Rins
e Vinales. In quarta posizione Oliveira, poi
Marquez, Folger e Niccolò Antonelli, il pri-
mo degli italiani, finalmente a punti con la
Ftr Honda del team Gresini. Nessun italia-
no sul podio dunque in nessuna delle tre
classi nel gran premio tricolore: una cosa
(
un po’ triste) che non accadeva dal 1996,
dall’era pre-Rossi, insomma. Quando anco-
ra i grandi sponsor, le grandi marche, inve-
stivano veramente in Italia. Cosa che adesso
non succede più. E dopo il Dottore, non si
vede gente in grado di ridare lustro al movi-
mento. Speriamo bene.