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GP2
FELIPE NASR
All’inizio della stagione James
Calado e Marcus Ericsson erano
indicati come i favoriti per il cam-
pionato, ma tu e Stefano Coletti sie-
te emersi in fretta come i due veri
rivali nella corsa per la vittoria. Te
lo aspettavi?
«
Be’, è il mio secondo anno in GP2 quindi
mi aspettavo di lottare per il titolo e posso
dire di essere sulla giusta strada. Fino ad
ora è stata dura ogni settimana, ma
abbiamo mantenuto il ritmo giusto per
segnare sempre punti, e lo stesso ha fatto
Stefano. E’ positivo essere secondi in
campionato, ma la stagione è ancora lun-
ga e dobbiamo preoccuparci di continua-
re a segnare punti in ogni weekend di
gara. Tutti hanno un momento di flessio-
ne ad un certo punto della stagione, so
che succederà anche a me. Mi aspettavo
che Monaco fosse il circuito più proble-
matico, quindi aver ottenuto nel Princi-
pato due quarti posti è un buon risultato.
Non sono contento del fatto che non ho
ancora vinto una corsa quest’anno, non
sono soddisfatto di essere secondo, ma ce
la stiamo giocando sulla lunga distanza.
Non vedo l’ora di correre a Silverstone
che per me è come una gara di casa, un
circuito che conosco bene e dove mi
aspetto di vincere».
Sei stato fra i primi quattro in tutte
le gare della stagione, e ad appena
un decimo dalla vittoria in due
occasioni: un segnale positivo, per
te, oppure c’è un po’ di frustrazio-
ne?
«
E’ stato un po’ frustrante, ma al tempo
stesso dimostra che abbiamo avuto una
macchina competitiva in ogni occasione.
Per due o tre volte abbiamo mancato la
vittoria di pochissimo. Quando riuscire-
mo a mettere tutto insieme, non solo il
ritmo, ma anche la partenza, la strategia,
arriverà anche la vittoria. Quello che mi
incoraggia è che non abbiamo mai fatica-
to a mantenere il ritmo. Abbiamo solo
bisogno di un po’ di fortuna nel resto».
C’è stata molta discussione sulla
qualità di guida nella GP2 recente-
mente. Tu cosa ne pensi?
«
E’ sempre stato così. Ci sono sempre sta-
ti piloti di un certo tipo, ma anche altri
molto bravi, che sanno come comportarsi
in pista, che capiscono quando sorpassa-
re e quando difendersi. E’ lo stesso in tut-
te le categorie. Bisogna essere decisi, ma
leali».
Comehanno accolto la tua bella sta-
gione in Brasile?
«
In maniera molto positiva da quando
sono tornato con Carlin. Hanno molta
fiducia nel mio rapporto con il team, nel
2001
abbiamo vinto insieme il campiona-
to di F.3 inglese e stiamo ottenendo risul-
tati sin dall’inizio di questa stagione di
GP2. I miei sponsor sono stati fantastici
e spingono quanto me per il mio succes-
so. Anche la stampa è stata incoraggiante.
Mi stanno sostenendo molto perché
vogliono vedere un altro brasiliano in F.1
il più presto possibile. Io però non ci pen-
so, bado solo a fare il mio lavoro e a lot-
tare per un titolo che desidero fortemen-
te. Dopo magari penserò alla Formula 1».
Come è stato tornare alla Carlin
quest’anno, anche se ora sei inGP2,
dopo aver corso per loro in F.3?
«
Sicuramente è stata la cosa giustada fare.
E’ un team che ha una gran voglia di vin-
cere, ed è una cosa che ho capito sin dalla
stagione che ho fatto con loro nel 2011. Ho
sempre avuto un buon feeling con loro, e
poi vedendo l’ottimo lavoro che hanno fat-
to con Max Chilton e Rio Haryanto l’anno
scorso era chiaro che disponevano di una
macchina competitiva».
Ok, ora parliamo un po’ di te al di
fuori della corse: come è il vero
Felipe? Cosa ti rende felice?
«
Mi piace mantenere un equilibrio fra la
mia carriera e la felicità dellamia vita pri-
vata. Che non si esaurisce sulle piste.
Come dicevo, è fondamentale essere
equilibrati, e io cerco di esserlo, perché
credo ti renda un pilota migliore”
Ci dici una cosa che non sappiamo
di Felipe Nasr?
«
Mio zio, che ora è sempre alle mie gare
e mi aiuta in molti aspetti nel rapporto
con gli sponsor, ha corso con il miomana-
ger Steve Robertson e con Mika Hakki-
nen in Formula Ford nel 1987! Poi molta
gente non realizza che il mio primo nome
è Luiz, ma sin da piccolo tutti mi chiama-
no Felipe, che è il mio secondo nome…
tranne che il mio teammanager alla Car-
lin che mi chiama Phil».