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L’ALONSO
FURIOSO
Da sesto a secondo lo spagnolo è stato protagonista di una
stupenda rimonta condita da ottimi sorpassi e bei duelli,
ma per vincere il mondiale occorre partire dalle prime file,
obiettivo fallito per la terza volta consecutiva. Colpa della Ferrari
che il sabato non convince mai o (eresia) di Fernando?
Massimo Costa
Il secondo posto in un Gran Premio di F.1 può
essere visto come un bicchieremezzo vuoto omez-
zo pieno? Considerando il perenne ottimismo di
Fernando Alonso, non può che essere pieno. E
difatti, lo spagnolo non ha perso un secondo per
spiegare che la seconda posizione canadese vale
quanto una vittoria. In effetti, partire dalla terza
fila col sesto tempo dopo una qualifica che poteva
essere certamentemigliore, e concludere secondo,
non è male. Ma se è giusto esaltarsi per la bella
prestazione offerta da Alonso, autore di sorpassi
determinati e convincenti (“ho fatto belle battaglie
con piloti intelligenti”, a Sergio Perez saranno suo-
nate le orecchie) che hanno riscattato la scialba
prova di Montecarlo, è bene tenere presente che
là davanti Sebastian Vettel ha tenuto un ritmo
improponibile. Certo, la F138 ha un gran passo
gara e sarebbe stato curioso vedere quel che pote-
va accadere se Alonso fosse partito quanto meno
dalla seconda fila. Ma con i se non si fa la storia.
Intanto, al secondo posto in gara va aggiunto quel-
lo ottenuto nella classifica generale. Infatti, con i
punti recuperati, ora Fernando è alle spalle di Vet-
tel avendo scavalcato Raikkonen, ma il tedesco
rimane piuttosto lontano, a 36 punti. Ma ecco che
spunta il bicchiere mezzo pieno: “Lo scorso anno
in estate avevo 49 punti suVettel, ma lui in tre gare
me li ha recuperati tutti”.
Alonso ha riconosciuto che il tedesco ha disputato
una bella gara, ma alla Mourinho ha voluto
aggiungere che è stato fortunato nel non danneg-
giare troppo la Red Bull dopo aver urtato il muro
al 10° giro e dopo essere finito dritto alla prima
variante nel finale. Come dire, bravo sì, ma guar-
date che è uno che sbaglia il Vettel. E forse in que-
sto c’è stato un po’ di rammarico, per non essere
stato alle sue spalle e trarne vantaggio. Un bicchie-
re mezzo vuoto però, alla fine lo abbiamo trovato
e coinvolge la qualifica: “La nostra ultima pole
sull’asciutto risale al settembre 2010”, dice rife-
rendosi al weekend di Singapore. Come è possibile
provare a vincere un mondiale ritrovandosi a par-
tire sempre dietro, ad essere costretti a rimontare
con i rischi connessi di consumo gomme o contatti
in gara? Lo dice anche Stefano Domenicali: “Se
nonmiglioriamo il sabato poi diventa difficile pro-
vare a vincere il titolo iridato”. Ma ora ci sovviene
un dubbio: e se parte della colpa della mancanza
di prestazione in qualifica, con pista asciutta, deri-
vi dal pilota stesso, Alonso. Che a inizio stagione
veniva messo dietro anche da Felipe Massa? Tesi
sicuramente interessante e che può avere anche
un certo senso perché l’Alonso appare spesso
furioso in gara e meno il sabato, nel giro secco.
Eresie? Chissà, magari ora verremo bannati da
Twitter per avere osato pensare a ciò. Ma questi
sono i fatti. Possibile che sia sempre colpa della
F138 se in qualifica non ci scappa la pole? E prima
ancora della F2012 e via dicendo? Possibile sì, cer-
to, ma anche no…