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Stefano Semeraro
I campioni dello sport stanno sco-
prendo che i social network, alla
fine, non hanno cambiato tanto
nella loro vita. E se ne indispetti-
scono. E’ la storia dell’umanità che
si ripete. Ad ogni svolta tecnologica
–
la stampa, l’automobile, la tele-
visione, internet – ci illudiamo che
seguirà una profonda mutazione
nell’animo umano, ma puntual-
mente ciò non avviene. Nel profon-
do continuiamo ad essere gli stessi
di sempre, nipotini di Abramo e
contemporanei di Sofocle e di
Plauto, un po’ più o un po’ meno
nevrotizzati. Cambiano gli stru-
menti che ci aiutano ad arrabbiarci
o a rallegrarci, ma non cambiano
sentimenti ed emozioni. Il discorso
vale anche per il rapporto delle
stelle dello sport con i loro fan. Con
l’avvento di Twitter e di Facebook
forse qualcuno si era illuso di riu-
scire a bypassare critiche e insoffe-
renze, tuffandosi direttamente nel
grande mare di internet evitando
l’intermediazione della stampa, e i
casi recenti di Mario Balotelli e di
Fernando Alonso lo dimostrano.
Certo, Twitter e Facebook regalano
questa illusione, ma non mettono
certo al riparo da critiche, invetti-
ve, addirittura dagli insulti. Anzi. I
social network, è la loro grande for-
za e insieme il loro grande limite,
danno parola a tutti, in maniera
indifferenziata. Sia a chi vuole
avanzare critiche civili e ragionevo-
li, sia a chi frequenta più volentieri
l’insulto gratuito (e che quindi si
mette sempre dalla parte del tor-
to).
SE IL CAMPIONE
BANNA IL TIFOSO
La difesa? “Bannare” lo scomodo,
il grillo parlante che infastidisce la
nostra privacy e la nostra coscien-
za, come ha fatto Alonso con la sua
tifosa che criticava la sua prestazio-
ne poco esaltante al GP di Monaco.
Solo che un tempo un autografo
negato rimaneva una questione
circoscritta, una vicenda privata
fra chi lo chiedeva e che lo rifiutava.
Oggi invece, una amicizia concessa
o negata – o peggio ancora: ritrat-
tata – si trasformano in un caso
mondiale, che finisce sotto gli occhi
di tutti e che tutti si sentono in
dovere di commentare. Così alla
fine anche le star dello sport, dopo
i giornalisti, che di solito in queste
cose hanno l‘occhio più lungo,
capiranno che i social network solo
apparentemente hanno cambiato
qualcosa nel loro rapporto con i
tifosi. Che sono graditi quando si
prodigano in complimenti e alzano
cartelloni inneggianti; sono tolle-
rati se si limitano a chiedere un
autografo o una foto al ristorante
senza allargarsi troppo. Ma diven-
tano intollerabili, fastidiosi, quan-
do si permettono di criticare, di
eccepire, di insistere su una posi-
zione poco gradita dai campioni.
Che avvenga dal vivo, in un fan club
oppure via internet, in fondo cam-
bia poco. Sosteneva un vecchio
esperto di comunicazione che non
c’è nulla di nuovo sotto il sole. Nep-
pure sotto quello elettronico e un
po’ freddo di internet. Rassegnate-
vi, campioni. E soprattutto, non
prendetevi troppo sul serio.
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