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SUPERSTARS
GIOVANNI BERTON
Marco Cortesi
Giovanni Berton è l'uomo del momento in
Superstars. Dopo due anni di inattività, il
trentunenne di Cavarzere è tornato in pista
lasciando di stucco anche molti addetti ai
lavori, riportando subito al successo una
vettura, la BMW M3, che non vinceva da
quasi due anni. Schierato dal teamDinamic
di Maurizio Lusuardi, Berton occupa la
seconda piazza in classifica alle spalle di
Thomas Biagi e davanti a Vitantonio Liuzzi
e Luigi Ferrara, con le velocissime Merce-
des. Dopo lo shock - positivo - del ritorno,
la determinazione a dar battaglia ai nomi
di vertice del campionato.
Sparito e ritornato dall'oblìo. Come
ci si sente a rientrare in macchina e
andare subito così forte?
La sensazione è strana e bella. Dopo aver
ottenuto buoni risultati in monoposto, li
stavo ripetendo anche in GT, ma dopo aver
vinto il mio primo titolo, quello del GT Ita-
liano nel 2007, anziché divenire più facile
reperire i fondi per continuare a correre, si
è verificato il contrario. Ho potuto fare
sempre meno gare, fino ad essere costretto
a fermarmi per due anni. Il 2011 ed il 2012,
a parte qualche rally, sono passati in attesa
fino a quando, stranamente visto il periodo
economico negativo, ho trovato i finanzia-
menti necessari per quest'anno”.
Hai scelto una serie molto competiti-
va e una vettura che, sulla carta, non
era favorita. Ciononostante, i risulta-
ti sono arrivati.
Sono rientrato in uno dei campionati giu-
sti in questo momento e sta andando molto
bene. Sulla carta, le BMW non erano favo-
rite, ma sono comunque ottime vetture,
telaisticamente tra le migliori e che all'ini-
zio erano state sviluppate inmodo ufficiale.
Sapevo che a livello di motore si sarebbe
pagato dazio, ma grazie al team, che è fan-
tastico, quest'anno la M3 è progredita un
po', la stagione è iniziata bene e speriamo
che continui così”.
Soprattutto, ti sei fatto notare per
delle super-partenze. Come hai svi-
luppato questo talento?
Mi era già capitato in monoposto e in GT
di fare delle partenze del genere, passando
un sacco di auto già alla prima curva. E' una
sensazione che ti viene quando hai abba-
stanza feeling con la macchina e sei parti-
colarmente allenato. Alla fine, mi riesce
bene e basta, non è facile da spiegare. Sem-
plicemente, se vedo che posso farlo, lo fac-
cio!”
E' stato difficile rientrare in pista
dopo due anni di inattività forzata?
All'inizio è stato durissimo riprendere
tutti i meccanismi tipici del pilota, pen-
sare all'assetto della macchina, essere
pronto e andare forte da subito. Fisica-
mente sono stato sempre allenato, ma
una volta che sali in auto, è un tipo diver-
so di allenamento. A Monza, ho anche
avuto qualche problema a sfruttare le
gomme nuove in qualifica, ma ora va tut-
to molto meglio.
Anche questa è una capacità che deri-
va dalle poche occasioni di scendere
in pista...
Ho sempre corso con pochi soldi, senza
fare test e con poche gomme nuove. Ci sono