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Stefano Semeraro
Dieter Mateschitz avrebbe voluto tenerselo ancora un anno, ma
Mark Webber aveva già deciso che il suo futuro sarebbe stato nel-
l’endurance, con la Porsche. Per vincere la 24 Ore di Le Mans che
in passato ha già corso e dove ha rischiato anche la vita con la Mer-
cedes. E lo ha annunciato a Chris Horner solo un’ora prima che la
Casa tedesca spedisse il comunicato stampa a tutto il mondo. Una
mancanza di tatto, ma probabilmente voluta, se pensiamo a quello
che Webber ha dovuto ingoiare in questi ultimi anni alla Red Bull.
E infatti, Horner si è arrabbiato: “Non è stato bello per i ragazzi
della squadra apprendere dell’addio di Webber via internet”. L’ul-
tima goccia è stato lo sgarbo subito in Malesia da Sebastian Vettel,
che lo sorpassò infischiandosene degli ordini di squadra, anche se
annunciando il suo addio alla F.1 Mark Webber ha raccontato che
la decisione l’aveva presa prima di Natale. Per quello a Melbourne
aveva invitato a cena tutti i giornalisti del suo Paese, perché sareb-
be stato il suo ultimo GP di Australia.
«
Sono grato alla Red Bull, ma per me sarà un onore unirmi alla
Porsche e a tornare ad un tipo di gare che già conosco. Con la Por-
sche i miei obiettivi saranno di grande profilo». Cioè quelli che la
Red Bull non gli consentiva più di inseguire. Anche se la gara di
Silverstone di Mark, con quella partenza al solito lenta, un po’
oppiacea, e poi la rimonta fino al secondo gradino del podiomentre
Vettel doveva tornarsene nei box a piedi per il cambio bloccato,
deve essere suonata come uno sberleffo per Horner & Co.
«
Che giornata! – ha commentato Webber , beffardo – La partenza
è stata un disastro ed ho anche danneggiato la vettura nel contatto
con Grosjean, ma i ragazzi al box sono stati bravissimi a rimediare.
Poi è iniziata veramente la nostra gara. Ho sperato nella safety car,
ma non per le ragioni che l’hanno provocata, perché si è trattato
davvero di una roulette russa. Non è mai confortante quando capi-
tano tanti problemi con le gomme. Comunque sia ho sfruttato al
meglio le safety car, e la strategia che abbiamo seguita si è rivelata
la migliore. E’ stato quasi un giorno speciale, e comunque un bel
giorno».
Persino Horner, a denti stretti, ha dovuto riconoscerlo. «Mark si
è buttato a testa bassa, ha recuperato ed è arrivato vicino a vincere,
comunque sia il secondo posto è stata una grande performance da
parte sua, in un grande weekend per il team». Al suo posto per il
2014,
Webber ha caldamente suggerito il connazionale Daniel Ric-
ciardo: «Credo che sia lui il candidato e se lo merita. E sono anche
sicuro che Daniel sa benissimo che alla Red Bull per lui si tratterà
di una sfida diversa da quelle che ha sostenuto finora». Come a
dire: preparati, mate. Quelli della Red Bull non ti renderanno facile
niente.
WEBBER,
UN ADDIO
POLEMICO