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GRAND AM
ALESSANDRO BALZAN
Com'è il bilancio della stagione fino-
ra?
Sta andando tutto abbastanza bene sia dal
punto sportivo che da quello personale e
professionale. Abbiamo avuto qualche con-
trattempo nelle ultime due gare, ma sono
comunque al secondo posto in classifica. Sia-
mo in grado di recuperare anche se ci trovia-
mo un po' rallentati per quanto riguarda il
motore”.
Il Balance of Performance è quindi al
centrodelle discussioni anche inAme-
rica?
In Grand-Am il BOP è fatto benissimo. Ci
sono delle auto che sono prototipi con solo
la carrozzeria stradale, e i distacchi sono
comunque ridottissimi, in gara siamo tutti in
mezzo secondo. D'altronde, una Camaro
derivata dalla serie non sarebbemai in grado
di competere con una Ferrari 458. L'unica
cosa è che paghiamo in velocità di punta. La
Ferrari è velocissima a centro curva, ad
esempio in Texas e a Road Atlanta eravamo
imprendibili nella sequenza di chicane.
Però, puoi anche uscire più veloce, ma se ti
vanno via in accelerazione non riuscirai mai
a fare un sorpasso. Devi aspettare l'errore”.
Qual è il tuo ricordomigliore di questa
stagione, e cosa invece credi che sia
ancora da migliorare?
L'esperienza alla 24 ore di Daytona è stata
fantastica, anche perché l'abbiamo fatta tra
i migliori. E' stato un peccato quel che è acca-
duto nelle ultime fasi, perché comunque il
podio era alla portata nonostante fosse la
prima volta. Ma un quarto posto, al debutto,
è eccezionale. Dove ho sicuramente molto
margine di miglioramento è la gestione dei
doppiaggi, il cercare di perdere meno tempo
possibile. Non sono abituato ad essere con
altre categorie. Sto studiando anche gli altri,
i vari Andy Lally e Patrick Long, per capire
come gestire al meglio la situazione. E' inu-
tile fare dei giri velocissimi e guadagnare 2
decimi al giro su tutti quando poi lasci 3
secondi quando ti arrivano dietro i Prototipi.
Vale molto di più ragionare e capire come
farli passare che fare il giro della morte da
solo”.
Ti trovi a correre contro piloti esper-
tissimi che conoscono categoria e cir-
cuiti, com'è stato il benvenuto?
In realtàmi piacerebbe fare una gara a Imo-
la con loro, giusto per dare il benvenuto. E'
un ambiente molto amichevole. La prima
corsa, Max Papis mi ha detto subito "in pista
ci sportelleremo sicuramente, però se hai
bisogno di qualsiasi cosa chiamami perché ti
posso dare delle dritte….". Con gli altri ci
stiamo conoscendo e c'è rispetto, stanno
capendo che non hanno a che fare con uno
che butta fuori la gente. Poi, sconosciuto è
un modo di dire… perché quando arrivi e vai
a podio, vanno subito a controllare chi sei e
cos'hai fatto! Quanto ai piloti dei DP non
entrano cattivi, di più. Sono blindati, sanno
di esserlo quindi o ti sposti… o ti sposti”.
Qual è il progetto futuro dietro a que-
sta nuova avventura?
Mi sto divertendo tantissimo perché tutto il
team crede in me, mi lascia spazio e ciò mi
rende molto felice. E' una squadra nuova, e
sono contenti di come ci stiamo comportan-
do. Certo abbiamo fatto degli errori, ma sia-
mo sempre nell'ambito della normalità. Sto
imparandomolte cose. Questa chance è arri-
vata grazie a Roberto Amorosi, il mio inge-
gnere nel Ferrari Challenge e sicuramente
spero che sia una collaborazione a lungo ter-
mine. Ora c'è un po' di incertezza regolamen-
tare e vedremo come sarà il GT nei prossimi
anni, ma l'intenzione è quella di restare,
magari anche a vivere qui. Certo che ho
appena finito di sistemare casa in Italia!”.