11 Nov [19:46]

Llarena racconta come ha costruito
una carriera di successo dal Guatemala

Mattia Tremolada

C’è una nazione che in maniera sempre più insistente sta cercando di ritagliarsi uno spazio nel motorsport. È il Guatemala, repubblica dell’America Centrale di 17.6 milioni di abitanti. Dopo che il pioniere Ian Rodrigues, capace di ottenere vittorie in F4 Italia e nella Formula Regional European e USA, ha aperto la strada, altri due talenti di belle speranze si sono affacciati nelle categorie più prestigiose del panorama internazionale. Brad Benavides quest’anno ha conquistato il titolo dell’Euroformula Open, mentre Mateo Llarena si è messo in luce nel GT World Challenge Endurance.

Quest’ultimo ha seguito un percorso atipico, scegliendo subito di cimentarsi con le ruote coperte anziché seguire la strada delle monoposto. Una storia che vale la pena di essere raccontata. Per farlo, ci affidiamo alle sue parole, partendo dal lontano Guatemala fino ad arrivare al più prestigioso campionato GT europeo correndo con licenza italiana, essendo ormai naturalizzato nel nostro paese.

“Tutto è cominciato quando avevo 4 anni con il mio primo kart. Io sono nato in Guatemala ed è lì che ho mosso i primi passi. Dopo aver fatto la prima gara nel mio paese, però, ho capito che avrei dovuto andare all’estero per sviluppare le mie capacità. Quindi ho gareggiato in Messico con i kart, per poi spostarmi in Italia, dove dal 2013 ho corso con il team Mazzotti Corse”.

Poi è arrivato il passaggio alle auto, con una breve parentesi in Formula 4.

“Nel 2018-19 ho preso parte alla Formula 4 NACAM, il campionato messicano. Avevo solo 14 anni e mi sono trovato in una categoria molto competitiva, frequentata da tanti piloti provenienti da tutta l’America. Avrei avuto l'opportunità di continuare in Formula 3, ma ho deciso di abbandonare subito le monoposto, dal momento che il mondo delle GT mi sembrava in grado di offrire più opportunità. Quindi ho iniziato a provare con una Porsche Carrera Cup, alternandomi tra l’America e l’Argentina”.

Com’è stato il passaggio alle ruote coperte?

“Mi sono trovato subito molto bene con le macchine GT, mi sono piaciute fin dal primo momento. A soli 16 anni, nel 2020, ho avuto un'opportunità enorme. Il team MRS mi ha messo alla prova in un test e ha deciso di darmi l’occasione di correre nella Porsche Supercup, a contorno della Formula 1. Non avevo esperienza, tutto era nuovo per me. Sono diventato il pilota più giovane della storia della Supercup e anche il più giovane ad andare a punti, in tre gare su otto. Con una media di 32 iscritti non potevo chiedere di più, è stata un’ottima stagione".

Dopo un solo anno hai però deciso di fare un ulteriore passo, approdando subito in GT3.

Avevo l'opportunità di continuare in Porsche Supercup nel 2021, ma ho conosciuto Luca Del Grosso, il team manager di Imperiale e insieme abbiamo deciso di correre nel Campionato Italiano GT Sprint in classe Pro-Am, in quanto era il mio primo anno su una GT3. Con Stuart Middleton abbiamo ottenuto un podio a Misano, ma soprattutto mi sono trovato bene con la macchina, con il team e sono entrato nel programma junior di Lamborghini”.



C’è stata anche una breve ma felice parentesi in LMP3.

“Nel 2021 ho avuto l’opportunità di correre a Daytona con un accordo dell’ultimo minuto. Mi sono anche tolto la soddisfazione di fare una bella pole position a Watkins Glen, una pista incredibile. Faccio fatica a dare un giudizio sulle monoposto perchè ci ho corso da giovanissimo, avevo questa idea che non era comune vedere un pilota giovane andare subito in GT. Una decisione che in quel momento era un po' strana, ma di cui oggi sono molto felice. Il panorama GT è sempre più competitivo, sta crescendo tantissimo e quando a soli 20 anni hai già tante stagioni di esperienza sulle spalle è un valore aggiunto considerevole”.

Quando hai iniziato a sentire la necessità di avere una figura come quella di Facu Regalia?

“Fino al 2021 io e mio papà abbiamo gestito la mia carriera da soli. Però con il passare degli anni, con l’espansione e la crescita del mondo GT e per continuare ad inseguire i miei obiettivi, abbiamo preso la decisione di affidarci ad un manager professionista come Facu. Sono molto felice e sto lavorando molto bene con lui. Mi aiuta oltre che dal punto di vista dei contratti e delle scelte, anche come driver coach, dal momento che ha tantissima esperienza come pilota. Per quanto riguarda la parte atletica mi sono affidato sempre a Regalia e alla Road to Success, in particolare con Abel Roig, con cui lavoro dal 2020. Con lui programmiamo tutta la preparazione, compresa quella mentale. A questo livello ogni dettaglio fa la differenza e per emergere è fondamentale dare il massimo sotto ogni aspetto”.

Il simulatore che ruolo ha nella preparazione al weekend di gara?

“È un altro aspetto ormai diventato fondamentale per fare la differenza. Prima di ogni gara metto in programma uno o due giorni di simulatore da Avehil, a Monza. La prossima corsa, che sarà a Jeddah, sarà su un circuito nuovo per quasi tutti i piloti, quindi il lavoro fatto a casa per conoscere la pista farà ancor di più la differenza”.

La partnership con Imperiale è proseguita anche nel 2022.

“Questa volta nel campionato Endurance, dove ho diviso l’abitacolo con Raul Guzman e Dan Arrow. Su quattro gare abbiamo ottenuto tre podi e questo mi è valso la selezione per lo shootout di fine anno di Lamborghini, che si è tenuto a Portimão. Nonostante la pista fosse nuova per me è andato bene. A vincere è stato Leonardo Pulcini, ma l’esperienza di poter lavorare a stretto contatto con una casa ufficiale è stata stupenda. Includendo anche una bella 24 ore di Daytona, chiusa al settimo posto, questa stagione è stata molto positiva”.



Questo buon momento è valso anche l’approdo nel team di Vincenzo Sospiri.

“Credo che il suo team sia il punto di riferimento di Lamborghini nel GT Italiano, quindi per me è stato un onore essere scelto per correre nella stagione 2023 in classe Pro con Baptiste Moulin (nella foto sopra). È stato un anno bellissimo, in un contesto altamente competitivo, correndo per la vittoria assoluta contro squadre di altissimo livello come AF Corse, Audi Sport Italia, BMW Team Italia, Antonelli. Abbiamo ottenuto un podio e una vittoria, la mia prima vittoria assoluta in Europa”.

Il GT Italiano è quindi stato una rampa di lancio in vista dell'approdo nel GT World Challenge.

“È stato sicuramente un ottimo campionato per iniziare e mi ha dato una base molto buona. Ma con il mio manager Facu Regalia abbiamo deciso che fosse il momento di fare lo step successivo, approdando in una serie di livello europeo. Purtroppo abbiamo avuto un po’ di sfortuna al Paul Ricard e alla 24 ore di Spa-Francorchamps e senza alcuni problemi tecnici la nostra stagione avrebbe preso una piega diversa. Al Nurburgring finalmente abbiamo disputato una buona qualifica e ho mantenuto la seconda posizione di classe Silver per tutta la durata del mio stint. I miei compagni di squadra hanno poi portato la macchina al traguardo al quarto posto. A Monza ci siamo presentati con una nuova line-up e fin dall’inizio tutto ha funzionato molto meglio. Nelle prove libere 1 ho fatto segnare il terzo miglior tempo assoluto, una bellissima soddisfazione. Anche in qualifica siamo stati molto competitivi, firmando la pole position di classe Silver e un ottimo 15esimo posto assoluto”.

Insomma, c’erano tutte le premesse per una gara da protagonisti.

“Moulin ha gestito molto bene la partenza, cedendomi il volante in 12esima piazza assoluta. Sono riuscito a recuperare due posizioni, navigando nella top-10, ma verso la fine del mio stint purtroppo una Ferrari ha mancato il punto di frenata in curva 1 e mi ha colpito forte nel posteriore. Siamo stati costretti al ritiro, lasciando una vittoria di classe che ormai era a portata. Un grande peccato”.

Parlando di futuro, qual è il tuo obiettivo nel motosport?

“A breve termine è di ripetere il GT World Challenge con il team Grasser, questa volta con una line-up di alto livello con l'obiettivo di vincere il campionato Silver. Parlando invece in generale, lo scopo è di continuare con Lamborghini per puntare a diventare nel futuro un pilota ufficiale. È dal 2021 che corro con Lamborghini, per me è una famiglia, mi hanno aiutato e ogni anno il rapporto con loro è migliore”.
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