15 Ago [11:21]

Un weekend da pilota
Alla scoperta della Formula Ford

Mattia Tremolada

C’è una categoria che nel corso degli anni non ha mai modificato il proprio regolamento, rimanendo fedele alle linee guida stilate negli anni ’60 e mantenendo un carattere fortemente formativo, specialmente in Inghilterra, dove ha continuato a prosperare e sfornare talenti a ripetizione. L’ultimo degli allievi di questa categoria è Max Esterson, quest’anno autore di tre piazzamenti in top-10 nelle qualifiche della FIA Formula 3 da rookie con il team Jenzer. Esterson arriva da due stagioni in GB3, ma prima ancora è stato un asso della Formula Ford, che ha disputato nei primi anni della propria carriera come alternativa alla Formula 4.

Una scelta curiosa, che ha visto Esterson trionfare nelle stagioni 2021 e 2022 rispettivamente al Walter Hayes Trophy e al Formula Ford Festival, i due prestigiosi trofei che chiudono l’annata rispettivamente sui circuiti di Silverstone e Brands Hatch. Se agli occhi del pubblico italiano questi possono sembrare successi di serie B rispetto alla conquista di un titolo in Formula 4, ebbene sappiate che in entrambi i casi la sfida è tutt’altro che semplice. I due trofei sono strutturati su cinque giorni di gara, scanditi da due giornate di test e tre composte da qualifiche, batterie, semi-finali, gare di ripescaggio e finali.

Questo perchè il numero di iscritti oscilla tra le 80 e le 100 unità ogni anno, includendo piloti provenienti da ogni parte del mondo e da ogni categoria. Nelle stagioni recenti si sono misurati al via talenti come Keith Donegan, oggi alla guida del team RPM in FRECA, Kevin Foster, terzo nella Formula 4 francese 2023, ma anche professionisti affermati del calibro di Dennis Lind ed ex piloti di Formula 1 come Jan Magnussen e Roberto Moreno, che hanno tentato la sfida del Festival nel 2021 e 2022.

Un piccolo ecosistema quasi completamento trascurato dagli addetti ai lavori del motorsport del resto d’Europa, i quali, concentrati sul seguire le normative FIA, preferiscono strutturare le proprie serie formative sulla falsariga della Formula 1. In Inghilterra, invece, accanto a Formula 4 inglese, GB3 e GB4, ha invece continuato a vivere una categoria per molti versi “vecchia scuola”, che utilizza auto costruite su telaio tubolare, che montano gomme intagliate e un cambio ad H a quattro velocità con frizione. Vetture lontane anni luce dalle monoposto costruite in fibra di carbonio, con alettoni ed estrattori che popolano le varie serie di Formula 4, Regional, F3 e F2, ma che come detto continuano a sfornare talenti.



Il primo approccio

Mentre il lavoro mi ha portato a frequentare il paddock delle più prestigiose categorie europee, la passione per le monoposto e per il motorsport mi ha invece avvicinato alla Formula Ford. Così, in una giornata di aprile, ho preso un volo direzione Belfast, per recarmi nel Nord dell’Irlanda, sul piccolo tracciato di Kirkistown, e per scoprire il piccolo mondo della Formula Ford. Ad attendermi Bernard (ex pilota di F.Ford e F3 negli anni ’90) e Tracy Dolan, che oggi gestiscono l’omonimo team, Matthew Round-Garrido, specialista della Formula Ford e autore di due podi nella USF2000, e una Van Diemen RF99.

In questa prima giornata di test ho imparato a conoscere una vettura veloce e complicata, che richiede uno stile di guida vecchio stile. Non potendo sfruttare l’aerodinamica, per essere veloci è fondamentale innescare un leggero sovrasterzo in inserimento di curva, massimizzando la tecnica del “trail-braking”, ovvero la tecnica che consente di portare la frenata fino al punto di corda. Una scalata decisa, con un altrettanto veloce rilascio della frizione, è un ulteriore strumento per accentuare la rotazione nella fase di inserimento e garantire al pilota di poter andare presto sull’acceleratore. Le quattro curve di Kirkistown, dove ha luogo l’intero campionato nord-irlandese di Formula Ford, sono perfette per iniziare a prendere la mano con questo stile di guida e rappresentano una tappa quasi obbligatoria per chi vuole approcciarsi a questo tipo di vettura.



Il passo successivo

I risultati incoraggianti del primo test, che ha fatto seguito a quattro mezze giornate di prove già raccontate in precedenza (gli articoli sono disponibili cliccando sui seguenti link, (F4 a Cremona, Top Gun a Magione e Ginetta a Varano), mi hanno portato a non indugiare oltre. Mi sono quindi iscritto alla mia prima gara in auto, una tappa della United Formula Ford (il campionato inglese) sul circuito di Brands Hatch Indy, dove viene disputato ogni anno il Festival. Ad accompagnarmi in questa avventura l’ormai fedele Team Dolan.

L’esperienza di Dolan e Garrido è stata fondamentale nel primo approccio all’intimidatorio circuito del Kent. Vedere per la prima volta dal vivo la mitica Paddock Hill, la curva 1 di Brands Hatch, ha fatto un certo effetto. L’idea di doverla percorrere a gas spalancato ha suscitato in me un poco di apprensione. Dopo aver percorso tutto il rettifilo di partenza accanto al muretto box, bisogna infatti portarsi a sinistra e affondare una decisa frenata, scalando dalla quarta alla terza marcia. È fondamentale però mollare presto i freni e una volta arrivati al punto di corda spalancare l’acceleratore. La conformazione del tracciato porta verso la ghiaia presente all’esterno e solo nella compressione ai piedi della discesa la vettura trova l’aderenza necessaria per voltare e rimanere sull’asfalto.

Si risale poi verso il mitico tornante Druids. La staccata in salita consente di frenare tardissimo, portando tanto freno in curva, che rende il posteriore leggero. Poi si scende di nuovo verso la Graham Hill, dove al contrario la zona di frenata è situata al termine di una ripida discesa e la scalata in seconda innesta sempre un piccolo traverso, come detto utile in fase di inserimento.

Segue la Surtess, la curva di congiunzione che di fatto taglia tutta la parte veloce del bosco, portando poi nell’ultima piega a destra. Proprio la Surtees va percorsa parzializzando l’acceleratore, e con la vettura leggermente di traverso va attaccato il cordolo interno. Un’operazione che fa ovviamente scomporre l’auto ad alta velocità. Una volta conclusa e raddrizzato il volante bisogna poi attaccare i freni con forza, scalando una marcia e inserendo la vettura nell’ultima piega a destra. Insomma, la configurazione Indy di questo tracciato è composta da sole quattro curve, ma ognuna di esse richiede parecchio esercizio prima di essere interpretata al meglio.



Le prove libere

Fortunatamente, ad aiutarmi ho trovato ben quattro sessioni della durata di 40 minuti da disputare il venerdì. Un’occasione d’oro per familiarizzare con circuito e vettura, prendendo il ritmo passo dopo passo. Ed è quello che sono riuscito a fare, dopo un inizio claudicante sull’asfalto ancora umido dalle precipitazioni della notte, che mi ha subito messo in guardia facendomi finire in testacoda dopo aver dato gas su una chiazza bagnata.

Nella prima sessione me la sono presa con comodo, fermando il cronometro in 52”5, distante 2”3 dal 50”2 fatto segnare dal velocissimo Jason Smyth, mio compagno di squadra al team Dolan. Nella seconda sessione, complice una bandiera rossa, non sono riuscito ad abbassare il mio riferimento, ma ho iniziato a sperimentare, cercando di indurre quel leggero sovrasterzo in inserimento di cui sopra. E piano piano ho iniziato a prendere in mano la macchina, abbassando a 52”0 nel terzo turno, poi a 51”9 nel quarto.

Nelle poche occasioni in cui avevo avuto la fortuna di guidare auto da corsa fino a questo momento, mi ero sempre sentito intimorito dalla velocità, rimanendo lontano da quello che effettivamente avrebbe potuto essere il mio limite da un punto di vista tecnico. Finalmente, durante la giornata di prove libere a Brands Hatch ho iniziato ad avvertire quelle sensazioni che sui kart e al simulatore mi consentono di guidare al massimo delle mie possibilità. Ho capito che è un processo che richiede del tempo, ma concentrandosi sulla tecnica, procedendo a piccoli passi e ascoltando bene i consigli di chi ha esperienza in materia, nel mio caso quelli di Dolan e di Garrido, i risultati e la fiducia arrivano.

Come detto, i loro consigli si sono rivelati fondamentali. A partire dai cambi marcia, tutt’altro che banali, fino ad arrivare alla fine tecnica di frenata, fondamentale per sfruttare il grip meccanico di queste vetture. Avere poi in squadra piloti veloci mi ha consentito di studiare la loro telemetria e i loro video on-board, fornendomi un riferimento utilissimo durante i debrief.



Foto di Ida Wood

Qualifica

Il mio 51”9 è risultato solo 1”2 più lento rispetto al miglior riferimento fatto segnare nella quarta ed ultima sessione, la più lenta di giornata per via dell’innalzamento delle temperature. Un risultato decisamente promettente in vista della qualifica in programma il giorno seguente. Come accennato poc’anzi, una delle caratteristiche principali della categoria, che permette di mantenere i costi contenuti, è l’utilizzo di gomme intagliate, che vengono utilizzate in ogni condizione e che rendono la macchina scivolosa su asfalto asciutto e difficilissima da controllare con il bagnato. E trovandoci in Inghilterra, non è raro che la pioggia faccia capolino, specialmente nel corso della settimana di gara del Festival ad ottobre. Ma nemmeno agosto ha fatto eccezione.

Ed è così che dopo alcuni giri, utili appena a portare in temperatura le gomme e far segnare un primo interessante riferimento in 51”8, una leggera pioggia ha iniziato a bagnare le colline del Kent durante la qualifica. Intuendo la natura passeggera delle precipitazioni, ho cercato di rimanere in pista il più a lungo possibile, ma dopo alcuni giri il tracciato è diventato troppo scivoloso ed ho optato per rientrare in pit lane. L’intuizione si è rivelata corretta. Quando dopo pochi minuti la pioggia ha cessato di cadere, tutti e 21 i partenti sono rientrati in azione. Al primo passaggio sul traguardo ho visto sul monitor che mancavano cinque minuti allo scadere del tempo regolamentare ed ho immediatamente capito che solo nell’ultimo passaggio a disposizione la pista sarebbe stata sufficientemente asciutta per migliorare il precedente 51”8.

Ho così lasciato sfilare un avversario, incollandomi alla sua scia. Insieme abbiamo preso spazio e poi via verso l’ultimo giro lanciato. Purtroppo, un avversario più lento ha deciso di lasciare passare il mio rivale ma non il sottoscritto, procedendo a rilento in traiettoria alla Surtees e rovinandomi un buon ultimo giro. Ed ecco la prima scusa da pilota, ormai sono completamente calato nella parte. 14esimo posto finale, a 1”2 dalla pole position. Non è male per essere la prima apparizione, ma se avessi potuto sfruttare tutti e 20 i minuti della qualifica avrei sicuramente potuto abbassare il mio riferimento. Altre scuse da pilota.

Sabato 3 agosto 2024, qualifica

1 - Andrew Rackstraw - KMR (Spectrum) - 50”657
2 - Jason Smyth - Dolan (Van Diemen) - 50”710
3 - Tom Nippers - (Van Diemen) - 50”727
4 - Isaac Canto - Dolan (Van Diemen) - 50”790
5 - Morgan Quinn - Dolan (Van Diemen) - 50”796
6 - Caleb Gafrarar - Ammonite (Ray) - 50”883
7 - Jonny McMullan - B-M Racing (Medina) - 50”935
8 - Jason Pribyl - PWR1 (Ray) - 51”050
9 - Charlie Mann - Mann (Ray) - 51”170
10 - Brandon McCaughan - Oldfield (Van Diemen) - 51”188
11 - Hugh Esterson - Ammonite (Ray) - 51”217
12 - Connor Willis - Ammonite (Ray) - 51”539
13 - Ben Cox - Oldfield (Van Diemen) - 51”554
14 - Mattia Tremolada - Dolan (Van Diemen) - 51”866
15 - Kevan McLurg - Fox (Ray) - 53”556
16 - Klaus Haeckel - Auto Haeckel (Van Diemen) - 53”972
17 - Adam Fathers - AF Racing (Ray) - 54”263
18 - Gerhard Hauschulte - Auto Haeckel (Van Diemen) - 54”490
19 - Christopher Sharples - PA Motorsport (Palliser) - 55”440
20 - Innes Hickman - Minitron (Van Diemen) - 58”215
21 - Mark Adkins - Minitron (Jamun) - 59”392



Gara 1

E quindi eccomi. Sulla griglia di partenza di una gara vera. A Brands Hatch. Nei giorni precedenti al fine settimana di gara l’euforia ha lasciato spazio a dubbi e domande, apparentemente banali, del tipo, cosa sto andando a fare? Dubbi che non hanno trovano spazio nel fine settimana di gara, e fortunatamente men che meno in griglia di partenza. Piuttosto, le mie energie si concentrano sulla partenza, che non ho mai provato prima. E che non è una passeggiata dal momento che bisogna schiacciare tutti e tre i pedali contemporaneamente. Il rettifilo, che è tutto tranne che dritto, di Brands Hatch, è infatti in pendenza. Quindi per evitare che la vettura si muova, occorre tenere premuto il freno con il piede destro, mentre si cerca di portare i giri motore a 5800rpm.

Un primo tentativo al via del giro di formazione ha poco successo e per poco non rimango piantato in griglia. Una breve analisi di quanto accaduto e poi la mente vola subito al prossimo obiettivo, scaldare le gomme. Destra, sinistra, destra, sinistra, e così via per tutto il giro. Una scalata in prima marcia poco prima di posizionarmi in settima fila. Bandiera verde. Cerco di riportare i giri a 5800rpm. I semafori rossi si accendono. Si spengono. Via. Mollo la frizione e con mia grande sorpresa la partenza è ottima, riesco a mantenere la posizione e mi incollo al gruppo di testa.

Il ritmo nei primi passaggi non è indiavolato, davanti Andrew Rackstraw (pilota che abitualmente corre nella Porsche Carrera Cup GB, in cui occupa il quarto posto in classifica) e Smyth lottano per la prima piazza. Riesco quindi a seguire Ben Cox che mi precede e davanti a me vedo tutto il gruppo di 13 monoposto. Ed è solo in questo momento che lo realizzo. Sto correndo una gara vera. L’ultimo timido monito di apprensione lascia la mia testa e finalmente trovo nella sua interezza l’istinto del pilota che sento di avere quando gareggio con kart o simulatore. E finalmente inizio a fare sul serio. Mi faccio vedere negli specchietti di Cox, iniziando a prendere le misure per un attacco, ma pochi passaggi dopo entra la safety car.

Alla ripartenza dormo, scalo dalla seconda alla prima marcia proprio mentre gli altri vanno sul gas e li perdo. Il gruppo prende un paio di secondi di vantaggio, ma avendo come riferimento i miei avversari e al tempo stesso pista libera, riesco a spingere in solitaria e abbassare il mio riferimento in 51”4, girando con costanza sotto il 52”. Il giro più veloce di Quinn sarà in 50”7. Solo sei decimi di ritardo, oltre le mie più rosee aspettative. Riprendo il gruppo negli ultimi due giri e all’ultima curva Cox tenta un attacco disperato ai danni di Willis. I due si toccano, Cox finisce nella ghiaia ed eredito la posizione. 13esimo.

Sabato 3 agosto 2024, gara 1

1 - Jason Smyth - Dolan (Van Diemen) - 21 giri in 20’28”962
2 - Andrew Rackstraw - KMR (Spectrum) - 0”438
3 - Morgan Quinn - Dolan (Van Diemen) - 0”621
4 - Tom Nippers - (Van Diemen) - 2”472
5 - Jason Pribyl - PWR1 (Ray) - 4”760
6 - Brandon McCaughan - Oldfield (Van Diemen) - 7”441
7 - Charlie Mann - Mann (Ray) - 7”636
8 - Caleb Gafrarar - Ammonite (Ray) - 7”883
9 - Jonny McMullan - B-M Racing (Medina) - 8”704
10 - Isaac Canto - Dolan (Van Diemen) - 8”845
11 - Hugh Esterson - Ammonite (Ray) - 9”115
12 - Connor Willis - Ammonite (Ray) - 9”937
13 - Mattia Tremolada - Dolan (Van Diemen) - 10”545
14 - Ben Cox - Oldfield (Van Diemen) - 18”624
15 - Kevan McLurg - Fox (Ray) - 31”754
16 - Klaus Haeckel - Auto Haeckel (Van Diemen) - 39”017
17 - Christopher Sharples - PA Motorsport (Palliser) - 49”574
18 - Gerhard Hauschulte - Auto Haeckel (Van Diemen) - 51”006
19 - Mark Adkins - Minitron (Jamun) - 1 giro

Ritirati
Adam Fathers
Innes Hickman

Giro veloce: Morgan Quinn in 50”781 (mio giro veloce: 51”448)



Gara 2

Gara 1 è stata divertente, ma non ho sfruttato appieno le occasioni che mi si sono presentate. I dubbi, i timori, le incertezze stanno iniziando a lasciare posto alla cattiveria agonistica. Mi presento al via di gara 2 determinato e carico. La partenza non è male, ma Cox che scattava alle mie spalle (la griglia è stata stabilita dall’ordine di arrivo di gara 1) riesce subito ad affiancarmi all’esterno di curva 1 e a passare. Riesce anche a mettersi davanti a Willis nel primo passaggio, ma non ha ritmo e tiene Willis e il sottoscritto alle sue spalle come un tappo. Willis commette un piccolo errore alla Graham Hill. Esco forte. Mi fiondo all’interno, lui chiude, spingendomi sull’erba. Siamo fianco a fianco e maliziosamente mi ha spinto troppo all’interno e per evitare un incidente alzo il piede all’ingresso della Surtees.

Willis si riprende in fretta dall’errore e raggiunge nuovamente Cox. Mi attacco anch’io al trenino. I due si scambiano la posizione e a quel punto il pilota di Oldfield è tutto mio. Prendo la scia sul rettifilo di partenza, fingo un attacco all’esterno e poi cambio direzione all’ultimo per cercare di prendere l’interno. Ma lui frena forte e non riesco a passare. Il giro seguente sono più vicino, con la scia riesco a portarmi accanto a lui all’esterno di curva 1. Freno tardi, cerco di incrociare la linea, ma lui protegge bene. Prendo nuovamente l’esterno con una gran staccata alla Druids, porto tanta velocità in curva, ma lui mi allarga sul cordolo e devo rinunciare. Arriviamo alla Graham Hill, sono arrabbiato per aver perso una buona occasione, freno tardi, scalo con forza, blocco il posteriore. Riesco a non finire in testacoda con un gran salvataggio, ma ormai Cox è andato.

Inizia anche a cadere una leggera pioggia e decido di non prendere rischi. I miei rivali hanno ormai un paio di secondi di vantaggio e mi limito a portare al traguardo la vettura negli ultimi passaggi. La pioggia cade sempre più copiosa, traendo anche in inganno un paio di avversari. 11esimo, nuovamente a sei decimi dal giro veloce della gara di uno sfortunato Smyth, ko per un problema tecnico mentre guidava con autorevolezza.

Sabato 3 agosto 2024, gara 2

1 - Andrew Rackstraw - KMR (Spectrum) - 24 giri in 20’48”056
2 - Morgan Quinn - Dolan (Van Diemen) - 4”562
3 - Brandon McCaughan - Oldfield (Van Diemen) - 8”553
4 - Tom Nippers - (Van Diemen) - 8”741
5 - Caleb Gafrarar - Ammonite (Ray) - 10”025
6 - Charlie Mann - Mann (Ray) - 13”448
7 - Hugh Esterson - Ammonite (Ray) - 16”182
8 - Connor Willis - Ammonite (Ray) - 19”416
9 - Isaac Canto - Dolan (Van Diemen) - 19”830
10 - Ben Cox - Oldfield (Van Diemen) - 20”364
11 - Mattia Tremolada - Dolan (Van Diemen) - 33”570
12 - Adam Fathers - AF Racing (Ray) - 1’00”918
13 - Kevan McLurg - Fox (Ray) - 1 giro
14 - Klaus Haeckel - Auto Haeckel (Van Diemen) - 1 giro
15 - Gerhard Hauschulte - Auto Haeckel (Van Diemen) - 1 giro
16 - Christopher Sharples - PA Motorsport (Palliser) - 1 giro
17 - Mark Adkins - Minitron (Jamun) - 2 giri
18 - Matthew Smith - (Van Diemen) - 3 giri

Ritirati
Jason Smyth
Innes Hickman
Jason Pribyl

Non partito
Jonny McMullan

Giro veloce: Jason Smyth in 50”773 (mio giro veloce: 51”468)

Conclusioni

Chiudo così un fine settimana meraviglioso, in cui ho potuto finalmente coronare il sogno di una vita. Un sogno che si è fatto attendere per ben 28 anni. Ma ogni singolo istante passato al volante in questo fine settimana è valso ogni minuto di attesa. Il problema? È che mi è piaciuto, fin troppo… e quindi questo non può che essere solo l’inizio.
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