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12 Nov [16:57]

Yas Marina - Il commento
Vettel come i grandi campioni

Stefano Semeraro

“Good evening Mr Mansell!”. Chris Horner e Sebastian Vettel festeggiano così, salutando il vecchio leone via radio, la 14esima pole stagionale del bi-campeon, che ad Abu Dhabi ha eguagliato il record di Mansell e raggiunto anche l’altro mostro sacro Juan Manuel Fangio a quota 29 pole strappate in carriera. L’ennesimo capolavoro di questa stagione per Vettel, che l’ha firmato con un ultimo giro mozzafiato in cui è riuscito a mettere un 1,4 decimi fra la sua Red Bull e la McLaren di Lewis Hamilton, secondo di un niente davanti al compagno di squadra Jenson Button, all’eterno quarto Webber e all’eternissimo quino Alonso, con Massa a chiudere le prime sei posizioni. A seguire le due Mercedes e le due Force India di Adrian Sutil e Paul Di Resta, sempre più piacevolmente sorprendenti.

Lo sconfitto è Hamilton, velocissimo per tutto il weekend, che si è fatto beffare in extremis dalla mostruosa concentrazione di Vettel in un ultima tornata in cui anche Button ha rischiato di sopravanzarlo. Il set-up rigido all’avantreno delle due monoposto di Woking ha pagato sul circuito, tecnico e farcito di curve ubriacanti, di Yas Marina, ma ancora una volta Vettel ha dimostrato che, soprattutto in qualifica, non è solo merito di Adrian Newey se la sua “Kinky Kylie” riesce a spuntarla. Un giro perfetto, pulitissimo - con gomme soft usate… - mentre con il sole ormai calato la pista andava raffreddandosi dai 32 gradi di inizio qualifica e il grip diminuiva.

Quello che non è riuscito a Lewis, aggressivo come sempre, ma visibilmente deluso alla fine: “Il mio ultimo giro non è stato buono, ero andato molto meglio in Q2, peccato”. Ora si tratta di vedere dove la McLaren potrà arrivare in gara sperando nel DSR e in una velocità di punta superiore (312 all’ora contro 308 a fine rettilineo) rispetto alla Red Bull.

Dietro i Magnifici 3, il solito sconforto, molto educato, di Webber, che ormai le pole di Vettel deve sognarsele la notte. Poi, la combattiva rassegnazione di Alonso (“E’ la nona volta che arrivo quinto in qualifica, è la nostra posizione, l’unica speranza realistica è un podio in gara”), e i limiti confermati di Massa. Felipe però, ha dovuto rinunciare al nuovo alettone, che nelle libere vibrava come un colibrì impazzito (ma lo stesso problema è comparso, per la prima volta, anche sulla Red Bull di Vettel), “perdendo molto in prestazione”. Del resto, si sa, la Ferrari ormai è tutta concentrata sulla prospettiva 2012.

Per il resto, Nico Rosberg ancora davanti a Michael Schumacher benché di poco, la Force India sugli scudi, un piccolo lampo di Daniel Ricciardo in Q1, e l’ennesimo, imbarazzante tracollo Williams. Barrichello, per un problema al motore, non è neppure uscito in pista, Maldonado, 17esimo, dovrà scontare la penalizzazione di 10 posti per aver usato il nono propulsore della stagione. Le due monoposto inglesi partiranno ultime sulla griglia: non succedeva dal 1974 al GP degli USA con Jacques Laffitte e Lella Lombardi. Per sir Frank “a nuttata” deve ancora passare, per Barrichello un tramonto davvero triste.

Nella foto, Sebastian Vettel (Photo Pellegrini)