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MONDIALE RALLY

Monte-Carlo

Stefano Semeraro

Ogier, sempre Ogier, fortissimamente Ogier. Oppure 'ovvia-

mente Ogier', come ha titolato l'Equipe per celebrare il terzo

trionfo consecutivo dell'uomo di Gap al Monte, il quarto in totale

se si considera anche quello del 2009 quando la gara era valida

per il campionato IRC. La sua non è stata una passeggiata di sa-

lute. A metterlo sotto pressione ci ha pensato Kris Meeke, in-

diavolatissimo almeno fino a quando la sua Citroen lo ha

sostenuto e poi costretto al ritiro dopo una grande prova sulle

strade che hanno fatto la storia della specialità. Il Monte-Carlo

che tutti amano e riconoscono è quello benedetto dalla neve sui

colli sacri della gara, quest'anno però non è stato meno difficile

adattarsi al mutare delle condizioni, ai vari tipi di ghiaccio, al-

l'asfalto nudo, e Ogier ha pubblicamente riconosciuto i tanti me-

riti dei suoi meccanici.

«E' stato un super-weekend, e un debutto super della stagione

– ha spiegato il francese dopo aver vinto sia la prima speciale di

domenica e poi la power Stage finale – Monte-Carlo è “Il” rally,

la gara più importante dell'anno, ma non puoi vincerlo senza una

grande squadra alle spalle. Quando le strade sono tutte inne-

vate in fondo è semplice, monti le ruote chiodate e sai cosa

aspettarti. Stavolta è stato più complicato. Le condizioni meteo

erano costanti quindi la scelta degli pneumatici era forzata, biso-

gnava montare le slick, ma poi si è trattato di cavarsela sul ver-

glass con gomme non perfettamente adatte. C'erano talmente

tante sfumature di grip, fra la neve, il ghiaccio e l’umido, che i no-

stri meccanici hanno dovuto tener conto di una quantità enorme

di parametri. Non avrei voluto essere al loro posto, ma alla fine

hanno completato la loro missione. Più che mai si è avuta la

prova che il rally è uno sport di squadra, perché ho potuto be-

neficiare di una super macchina e di super meccanici. Mi sarebbe

piaciuto battermi fino alla fine con Kris, ma il suo ritiro mi ha dato

più tranquillità nel gestire la fine della corsa». La durezza della

gara oltre a Meeke l'ha assaggiata anche Latvala, protagonista

di un contatto ravvicinato, fortunatamente senza conseguenze,

con uno spettatore, e poi costretto a ritirarsi per un problema

alla sospensione. Al secondo posto, per la gioia degli uomini di

Wolfsburg, si è piazzato Andreas Mikkelsen con l'altra Polo.

Ogier ora vuol conoscere

chi prenderà

il posto di Jost Capito

Davanti a Ogier si stende ora la prospettiva di un campionato se

non da dominatore assoluto quantomeno da front-runner, con

l'unica e non trascurabile variabile rappresentata dai programmi

futuri della Volkswagen, che ancora deve assorbire gli echi dello

scandalo delle emissioni truccate. L'addio di Jost Capito, pas-

sato dal programma Wrc di Wolfsburg alla McLaren in F.1, fra

l'altro solleva interrogativi sulla successione. «Viviamo un'epoca

nella quale è difficile avere garanzie totali e assolute – ha spie-

gato Ogier a L'Equipe – al momento non so davvero cosa suc-

cederà. Spero fortemente che il successore di Jost sia alla sua

altezza, uno capace di difendere gli interessi della VW Motor-

sport. Siamo un po' impazienti di sapere chi sarà, perché questo

rappresenterà un segno, buono o cattivo. Io però spero, e

penso, che sarà un segno positivo».