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dtm IL CASO - Regole da cambiare<br />per la credibilit&agrave; della serie
9 Mag [18:52]

IL CASO - Regole da cambiare
per la credibilità della serie

Massimo Costa

Se la prima qualifica e la prima corsa stagionale del DTM, svoltesi sabato scorso, avevano offerto uno spettacolo interessante al di là di qualche contatto di troppo in gara 1, domenica è accaduto quello che molti temevano. Il nuovo regolamento riguardante le zavorre, che va a penalizzare tutte le vetture della marca che realizza la pole, ha convinto i responsabili dell'Audi, Dieter Gass in testa, a mettere in campo una strategia autodistruttiva nonché, a nostro avviso, anti sportiva nella qualifica 2.

Anche se nessuno dei rappresentanti Audi lo ha voluto dire, è parso chiaro che ai piloti delle RS5, dopo la pole ottenuta da Nico Muller nella prima sessione ufficiale del sabato, è stato chiesto di alzare il piede per evitare di ritrovarsi nuovamente in pole e dunque con altri 5 kg aggiuntivi ai 5 avuti in dono per la pole della qualifica 1. In Audi hanno quindi pensato di non lottare per la prima posizione per sgravarsi della zavorra. Ma il grave comportamento deciso da Gass e compagnia, che qualcuno afferma essere di quelli tipicamente tedeschi "le scorrettezze che non si vedono", da furbata si è trasformato in autogoal.

Con ventiquattro vetture racchiuse in 1"095, non deve essere stato facile alzare il piede quel tanto per rimanere quanto meno nelle prime file. La frittata è stata clamorosa: il primo pilota Audi è risultato Jamie Green, undicesimo con il tempo di 1'34"451, mentre Edoardo Mortara ha concluso dodicesimo in 1'34"478. Più indietro tutte le altre RS5. I riferimenti cronometrici delle prime due file sono stati tra l'1'34"060 della pole di Paul Di Resta (Mercedes) e l'1'34"285 della BMW di Maxime Martin, tempo similare al quinto classificato, Robert Wickens. Per appena due decimi, Green e Mortara si sono ritrovati nelle pericolose posizioni di centro schieramento ed entrambi al primo giro sono rimasti coinvolti in contatti e incidenti. Con Mortara che non ha potuto difendere la sua fresca leadership in campionato.

L'autogoal Audi è dunque emerso in tutta la sua evidenza. Rinunciare a lottare per la pole, lasciando campo libero a Mercedes e BMW, oltre che essere una palese violazione della morale sportiva nonché una presa in giro per chi ha pagato il biglietto, è stato anche un macigno pesantissimo che si è abbattuto sulla credibilità del campionato. Che del resto, negli anni, è sempre stata minata da atteggiamenti spesso poco comprensibili da parte dei costruttori.

Ovviamente mai rivelati, ovviamente sempre celati, ovviamente mai compresi dal pubblico tedesco. Sarà un caso che, a parte l'Alfa Romeo negli anni Novanta, mai nessun altro costruttore ha voluto partecipare al DTM lasciando i giochetti alle Case nazionali? Sarà un caso che il DTM non è mai esploso come dovrebbe al di fuori dei confini tedeschi? Macchine splendide, piloti di altissimo livello, eppure sul DTM si è sempre abbattuta l'idea che tutto sia focalizzato per far... felici tutti i partecipanti.

Ma torniamo sui fatti di domenica. A confermare che l'Audi ha volutamente evitato di cercare la pole, sono i dati cronometrici. Con le zavorre, le Audi erano comunque state veloci in gara 1. Il giro più veloce è stato di Wickens (Mercedes) in 1'35"465, ma Nico Muller aveva ottenuto 1'35"591. Entrambi hanno realizzato questi tempi al giro 13, dunque con lo stesso carico di benzina. Nel terzo turno libero che precedeva la qualifica 2, le RS5 sempre con zavorra, sono volate con Mattias Ekstrom primo in 1'33"833 e Mike Rockenfeller secondo in 1'33"974. Green è risultato quarto in 1'34"182, Mortara quinto in 1'34"349.

Poi, è arrivata la qualifica 2 e improvvisamente, come detto, la prima Audi è precipitata in classifica con Green undicesimo in 1'34"451, tre decimi più lento del proprio crono nel terzo turno libero. Se consideriamo che la pole è stata di 1'34"060, con Di Resta, se andate a rileggere i tempi qui sopra del terzo turno capirete come la strategia Audi abbia penalizzata se stessa oltre modo. Con Ekstrom più lento di un secondo e ventesimo in Q2, Rockenfeller che ha lasciato per strada 8 decimi risultando diciottesimo.

Tutto questo è figlio di un regolamento a dir poco assurdo e che si presta a questi giochetti da furbetto del quartierino. Gli organizzatori tedeschi del DTM e gli stessi costruttori che hanno dato l'ok alla zavorra da applicare alla marca che segna la pole, dovrebbero avere la velocità mentale di modificare tutto rapidamente in vista del prossimo appuntamento di Spielberg del 21-22 maggio. Sarà un interessante "esperimento" per tentare di capire se la proverbiale fermezza teutonica davanti alle regole scritte, una volta tanto lascerà spazio alla praticità del momento. Per il bene del DTM.