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l’attività di magazzino e controllo qualità
è sempre più complessa”.
Come si sceglie un fornitore? Voi
privilegiate il “chilometro zero” o altri
parametri per scegliere le aziende che
collaborano con voi?
“La vicinanza di un fornitore ha un suo
peso. E’ importante se si trova su una
tratta convenzionata con i nostri corrieri.
Quello che più apprezziamo però è il
rispetto delle date di consegna ed il
rapporto qualità-prezzo: sempre più
scegliamo fornitori che ci garantiscano
pezzi controllati e certificati, in modo da
snellire poi le attività interne. Infine, è
fondamentale avere una buona relazione,
lavorare bene insieme, in modo da gestire
più facilmente le situazioni di emergenza”.
Come li aiutate a crescere nella qualità e
nel contenimento dei costi?
“Cerchiamo di dare la nostra esperienza
sui componenti più complicati, che siano
lavorazioni meccaniche o componenti in
composito. C’è crescita reciproca se c’è
apertura mentale, collaborazione e
condivisione di conoscenza. Succede spesso
che personale dei fornitori venga in
azienda o che il nostro personale vada
nelle aziende fornitrici, specialmente nelle
fasi iniziali di un nuovo progetto o
quando si manifestano dei problemi”.
Come si assicura Dallara che i ricambi
siano sempre all’altezza? Quali e quanti
sono i controlli di qualità?
“Si fanno controlli funzionali
(corrispondenza pezzo al disegno, facilità
di montaggio, rispetto qualità ecc..) ed
estetici: visivamente il componente deve
anche essere bello da vedere.
Di solito sono due step di verifica. Il primo
in accettazione del componente finito o
meno: è qui che i problemi più grandi
vengono identificati e risolti. Dopo
l’ultima lavorazione, prima che il pezzo
sia disponibile per il cliente finale, viene
fatto un altro controllo, di verifica finale”.
Lei è anche responsabile della sicurezza
in azienda. Come cercate di tutelarla?
“C’è un monitoraggio sistematico di tutti i
reparti e attrezzature per rendere sempre
migliori le condizioni di lavoro.
Ultimamente, ci siamo occupati della
riorganizzazione degli uffici e per il futuro
stiamo valutando la climatizzazione delle
aree produttive. Specialmente in
produzione, è stata fatta formazione sul
tema della sicurezza e sono programmati
aggiornamenti continui”.
Si parla sempre più di un’economia
sostenibile, in linea con il territorio, con
gli interessi degli stakeholder e
dell’ambiente. Come gli stabilimenti
Dallara cercano di strutturarsi per
rispondere a queste esigenze?
“Abbiamo installato un parco fotovoltaico
sul tetto ed intrapreso la strada della
certificazione ISO 14000, relativa alla
gestione ambientale, anche se di fatto ci
muoviamo già in quella direzione:
gestione rifiuti in modo differenziato,
recupero rottami, recupero materie prime
composite non più utilizzabili,
ottimizzazione consumi energetici. In
merito a quest’ultimo aspetto, il tetto è
stato ricostruito con un tipo di copertura
che riduce le dispersioni termiche”.
Quanto ha influito la crisi economica
globale sui vostri fornitori?
“La crisi ha colpito meno i fornitori
virtuosi. Quelli che hanno investito in
tecnologia, in processi ed organizzazione
riescono a fornirci prodotti di qualità ad
un prezzo accettabile”.
Lei è da tanti anni in Dallara. Quale è
stata la vettura che ha dato un po’ meno
soddisfazioni e quella di cui ha un
ricordo più piacevole?
“Quella che mi ha dato minori
soddisfazioni forse è l’Euroc: una vettura a
basso costo, motore anteriore, trazione
posteriore che avrebbe dovuto partecipare
ad un campionato monomarca, mai
partito.
Quella di cui ho un ricordo migliore forse
è la prima F1 del 1988: eravamo in pochi
in azienda ed averla vista correre sui
circuiti di tutto il mondo, con buoni
risultati, è stata una grande
soddisfazione”.
Alessandro Santini