Page 49 - Italiaracing

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s e
sei unpilotaFerra-
ri, devi sempre dimostrare di esse-
re competitivo. Io stesso mi pongo sempre
l’obiettivodi vincere, e seme lodice ancheFer-
rari, questo aumenta chiaramente il mio spiri-
to e la fiducia che gli altri ripongono in me”.
Hai già provato la F1?
“No, lo scorso anno c’ero andatomolto vicino,
fino a tre giri dalla fine del campionato ho
accarezzato questo sogno, ma poi le cose sono
andate in modo diverso. Quando loro me lo
diranno, sarò pronto a salire inmacchina. Per
il momento non ho avuto modo di provarla
nemmeno al simulatore, anche se a fine
dicembre ho lavorato su quello di Dallara, che
è molto simile a quello di Maranello, e spero
magari di poterlo usare anche con la F.1”.
Sei andatomolto forte nei test inWSR;
hai mai preso in considerazione la pos-
sibilità di correre nelmonomarca fran-
cese?
“C’eraanchequestapossibilità,madata lamia
giovane età, e al fatto che in F.1 non ci sono
molti posti, ho deciso di aspettare. Avrei cor-
so il rischio di bruciarmi, quindi meglio fare
un anno di F.3 Euroseries e poi provare ad
arrivare in F.1 a 21 o 22 anni”.
Come è il tuo
rapporto con gli altri ragazzi
del FDA?
“Chiaramente la relazione più stretta è quella
con BrandonMaisano, con cui ho corso insie-
me negli ultimi due anni e con cui divido l’ap-
partamentoaMaranello.Hopassatoquasi più
tempo con lui che con la mia famiglia ultima-
mente. Jules Bianchi è più un terzo pilota
quindi ci vediamo meno di frequente ed una
sola volta ho incontrato Sergio Perez, ma con
loro ho ottimi rapporti. C’era una buona inte-
sa anche con gli italiani del 2010, Mirko Bor-
tolotti e Daniel Zampieri, ma il mio primo ter-
mine di paragone è comunque Brandon”.
Tra pochi giorni andrai a correre in
Nuova Zelanda. Come è maturata que-
sta scelta?
“Devo migliorare nella lotta corpo a corpo.
Se parto davanti sono tranquillo, mantengo
il mio ritmo e raccolgo il risultato, ma devo
assolutamente crescere nel confronto diret-
to. Mi manca esperienza, tutto qui. In cin-
que settimane, in Nuova Zelanda, ho la pos-
sibilità di correre ben 15 gare della F.Toyo-
ta, con tre corse a week-end, esperienza che
ritengo poter essere molto utile. Ho visto le
gare dello scorso anno e ho conosciuto la
squadra con cui dovrò correre. Nel 2011
c’erano meno macchine, quest’anno invece
c’è un grande richiamo con anche nomi di
spic-
co che scenderanno
in pista per affrontarsi. La vettura
è simile ad un vecchio Formula Renault,
equipaggiata da motori Toyota e soprattut-
to da gomme Michelin, che sono molto per-
formanti”.
Che obiettivo ti sei prefissato al riguar-
do?
“Vado laggiù per cercare di ottenere il miglior
risultato possibile, ma non dobbiamo dimen-
ticare che non conosco né la macchina né le
pista. Se dovessi completare il campionato tra
i primi tre sarei contento”.
Come trascorri le giornate?
“Vivo a Maranello, dove con Brandon studia-
mo inglese e facciamo qualche corso serale. Ci
alleniamo tanto e ci teniamo comunque in
movimento spesso facendodellepartitedi cal-
cetto per essere sempre al meglio della nostra
forma fisica”.
C'è un po' di confusione riguardo la tua
origine geografica tra Italia e Svizzera,
ci puoi aiutare a fare chiarezza?
“Io sono italiano. Ho passaporto italiano e
licenza italiana. La mia famiglia è di Napoli,
siamiamamma siamio papà, Claudio. Quan-
do era piccolo, lui si è trasferito con suo padre
a Zurigo e ha poi iniziato a lavorare in Svizze-
ra. Io sono nato a Lugano perché i miei si tro-
vavano lì per lavoro, ma corro con la bandie-
ra italiana e quando vinco risuona l’Inno di
Mameli”.