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FORMULA 1
IL FUTURO DEI GP
Alfredo Filippone
La crisi finanziaria che si è abbattuta sul-
l’Europa, costringendo tutti i governi
europei ad adottare rigorosi piani di auste-
rità, fatti di tagli di bilancio e nuove impo-
ste, rischia di avere un serio impatto sui
Gran Premi europei. Non solo perché è
prevedibile un ulteriore calo del numero di
spettatori, per via della riduzione del pote-
re d’acquisto, ma soprattutto perchè un
certo numero di GP vivono direttamente o
indirettamente grazie a denaro pubblico.
Se nessuno mette in dubbio la qualità del-
la “vetrina” che rappresenta un Gran Pre-
mio per le regioni e i paesi dove si svolgo-
no, diventa sempre più difficile, per i pote-
ri pubblici, nel contesto critico attuale,
giustificare tali spese a fronte dei sacrifici
richiesti a tutti i cittadini e dei tagli a set-
tori fondamentali come sanità, istruzione
o servizi sociali. Il discorso vale per alme-
no cinque degli otto GP europei. Salvo
Gran Bretagna, Germania, Italia e Mon-
tecarlo, cioè grandi eventi capaci di auto-
finanziarsi, tutti gli altri sono a rischio. A
cominciare dalle due gare in Spagna: nei
giorni scorsi, i governi regionali della
Catalogna e di Valencia hanno entrambi
espresso il desiderio di rinegoziare con
Bernie Ecclestone i contratti in essere, pur
ammettendo la difficoltà di ritoccare
accordi blindatissimi. La situazione di
Valencia è particolarmente allarmante: il
circuito cittadino che ospita il GP d’Euro-
pa dal 2007 è soltanto una delle perle di
una collana di grandi eventi e di grandi
impianti nei quali si è lanciata la Comuni-
tat Valenciana nel decennio di scellerata
politica di grandeur voluta da Francisco
Camps, oggi spazzato via dal governo
regionale per uno scandalo di tangenti
legato proprio ai grandi eventi. Il buco nel-
le casse della regione è abissale e difficil-
mente se ne uscirà fuori senza rinunciare
a qualcosa.
Molti dubbi possono essere nutriti anche
sul futuro del GP d’Ungheria, sebbene da
Budapest non sia ancora giunta alcuna
notizia preoccupante. Ma l’intero paese è
al bordo del default, cioè del fallimento e
ci si può chiedere come il GP possa esse-
re risparmiato dalle conseguenze, nono-
stante la magnanimità di cui Bernie ha
sempre fatto prova nei confronti del pri-
mo e sinora unico GP nell’ex-Europa
comunista. Rimane Spa, dove la stabilità
finanziaria del GP crea problemi da anni,
ancor prima che scoppiasse la crisi. Sino-