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ra, e anche lo scorso anno, il governo val-
lone si è sempre fatto carico del deficit
operativo, ma una soluzione strutturale
per pareggiare i conti non è stata ancora
trovata. La crisi economica attuale non fa
che ringalluzzire gli oppositori al GP, ver-
di in testa, anche se il fatto che ora il Bel-
gio, per la prima volta in più di 30 anni,
ha un primo ministro vallone, Elio Di
Rupo, può rafforzare la posizione della
gara. Proprio per alleggerire le casse pub-
bliche, i belgi avevano prospettato un
anno fa una possibile alternanza del GP
del Belgio con il GP di Francia, che i tran-
salpini volevano assolutamente recupera-
re. E’ proprio questa l’unica buona notizia
che l’Europa può offrire al momento: il
progetto per un rientro del GP di Francia
è pronto, grazie alla spinta politica del pri-
mo ministro, François Fillon, ex-pilota e
grande appassionato di sport auto, che ha
fatto del GP una causa nazionale. La Fran-
cia si riproporrebbe dal 2013, con il Paul
Ricard (ma secondo alcune voci, Magny-
Cours non avrebbe detto l’ultima parola),
in alternanza con Spa o addirittura stabil-
mente ogni anno, se uno dei GP europei
attuali sparisse.
Bernie Ecclestone, in ogni caso, è confron-
tato a un dilemma: accettare o no saldi e
sconti (non solo nei contratti coi circuiti,
ma anche presumibilmente nei prezzi pra-
ticati nei confronti del pubblico) per sal-
vare i GP europei? Oppure, lasciare fare il
mercato e ritrovarsi con una F.1 globaliz-
zata, con non più di 5-6 GP in Europa,
come lui stesso ha sempre prospettato?
Entrambi gli scenari comportano dei
rischi (finanziari), visto che è dimostrato
che troppi GP in paesi, pur emergenti e
con potenziali immensi , ma senza alcuna
tradizione automobilistica, non rendono
molto e rischiano di sminuire il valore del-
l’intera F.1. Senza contare gli imprevisti
legati alla minor stabilità di certe nazioni
(vedi Bahrain)... Nel frattempo, una via di
fuga si delinea: il ritorno di nazioni che
una tradizione ce l’hanno, ma erano spa-
rite quando si erano trovate in crisi esse
stesse. Il Sudamerica vive un ciclo virtuo-
so? Ecco che si riparla del Messico (dove,
il presidente della federazione, Luis Abed,
uno dei pezzi grossi della FIA e molto vici-
no a Jean Todt) e dell’Argentina. Ma anche
del Sudafrica, ora affrancato dall’apar-
theid e che ha dimostrato la sua capacità
organizzativa col Mondiale di calcio, di cui
si dice che potrebbe tornare in calendario
già nel 2013. Corsi e ricorsi...
Nuvole minacciose si addensano sui cieli di Spa