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Lo spagnolo, tester della nuova Dallara WSR 3.5, svela i segreti della vettura: più impegnativa
rispetto al passato e dotata di DRS, ma sempre flessibile nell’utilizzo per consentire ai giovani
piloti di fare le giuste esperienze, e con una linea più pulita e affascinante
Massimo Costa
Andy Soucek ha corso con diverse mono-
posto “sfornate” dalla Dallara. Dapprima la
F.3 spagnola, poi la World Series Renault
3.5, infine la GP2 prima di intraprendere
altre categorie con successo. Il pilota di
Madrid ha svolto assieme a Romain Gro-
sjean e BenHanley i test della nuovamono-
posto che dal 2012 al 2014 darà vita alla
Renault 3.5. Un ruolo non nuovo per Sou-
cek che già nel 2007 fu chiamato per svi-
luppare la vettura Dallara per il periodo
2008-2011.
Ha potuto occuparti degli sviluppi
degli ultimi due modelli Dallara per
la Renault 3.5. Pensa che vi sia una
filosofia ben precisa nel progetto del-
la Casa francese per la sua categoria
di punta?
«Renault e RPM, promotori della categoria,
hanno sempre preteso dal loro campionato
una macchina e un motore di qualità e nello
stesso tempo uguale per tutti, senza differen-
ze prestazionali, come invece accade in altre
formule. Inoltre, lo scopo primario è sempre
stato quello di creare una vettura sì potente,
ma al tempo stesso formativa, in grado di
accogliere al volante dei giovani piloti».
C’è una differenza tra la nuova
monoposto e quella appena andata
in pensione?
«Diciamo che il modello del 2012 sarà più
impegnativo per i piloti, richiederà una
maggiore esperienza. E’ infatti stato nota-
to, nel tempo, che si stava rischiando il pla-
fonamento. Ovvero: un giovane al debutto
dopo poco raggiungeva già i tempi dei
migliori piloti. C’è stata quindi la necessità
di creare unamaggiore differenza tra i valo-
ri in pista. Questa Dallara però rimane una
macchina bella da guidare, con un telaio
non aggressivo che in caso di errore ti con-
sente di recupere la monoposto in curva,
con gomme Michelin che rimangono per-
formanti anche per tre giri. Questo è posi-
tivo perché significa che per costruire un
set-up adeguato, può bastare un solo treno
di pneumatici».
Il nuovo motore Zytek, con 50 caval-
li in più del precedente, richiederà
un diverso stile di guida?
«E’ un propulsore molto progressivo, forse
anche troppo. Personalmente ho richiesto
una mappa diversa, per renderlo più
aggressivo. Così sono state approntate tre
diverse soluzioni. La mia, molto sensibile:
già nel primo 15-20 per cento di pressione
sul pedale del gas il motore risponde pron-
tamente. Poi c’è quella che possiamo chia-
mare la mappa Grosjean, dove la risposta è
un poco più lenta; infine la terza soluzione
dove la progressione è molto lenta».
Dal punto di vista aerodinamico qua-
li sono i punti di forza?
«C’è un maggiore grip, ma senza troppo
drag, ovvero resistenza alla velocità. L’ala
anteriore è molto grande, quella posteriore
è piccola, ma con un flap dalle dimensioni
generose. La linea della macchina è più
pulita».
Come giudica l’impiego e la funziona-
lità del DRS?
«Il DRS a mio avviso traccerà una linea tra
piloti esperti e neofiti. Occorrerà farne un
utilizzo corretto e secondo me non tutti
all’inizio lo adopereranno al meglio. Biso-
gna capire cosa Renault intende fare, se
impiegarlo liberamente o solo in certi
momenti. Nei test svolti, la differenza
riscontrata inun giro secco tra l’impiego del
DRS costante e il non utilizzo è stata di set-
te decimi».
Pensa che questa nuova monoposto
possa essere ulteriormentemigliora-
ta?
«Per me il modello 2012 è già al limite, sia
come meccanica sia come aerodinamica.
All’inizio è stato difficile far funzionare a
dovere tutti i pezzi insieme. Cambio, moto-
re, sistema pneumatico, freni, nei primi
test ognuna di queste componenti lavorava
bene, ma per conto suo. Piano piano, pro-
va dopo prova, si è trovato il giusto equili-
brio e magicamente il pacchetto si è inte-
grato perfettamente».
Ha corso per tanti anni con macchine Dal-
lara. Che esperienza ti ha lasciato?
«Ho trovato le vetture della Dallara sempre
perfette, di grande qualità, dal disegno
accattivante e belle da guidare. Non è un
caso se è il marchio numero uno al mondo.
Ricordo che i tecnici Dallara sulle piste si
sono sempre dimostrati estremamente
professionali nel risolvere eventuali pro-
blemi. E sono anche molto flessibili. Quan-
do laDallara Renault 3.5, nel 2008, presen-
tava tanti e troppi flap, che creavano solo
difficoltà, non c’è stato problema e subito è
stata trovata una nuova soluzione».
A DALLARA
FARÀ LA DIFFERENZA»