Page 23 - Italiaracing

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N
COME NEWEY
Viene dal paese di Shakespeare, il genio
della progettazione, e quasi mai i suoi
copioni tecnici deludono. La FIA pensava
di averlo imbrigliato con i nuovi regola-
menti, lui se ne è uscito con l’ennesima tro-
vata. In attesa di capire se si tratta di Tan-
to Rumore Per Nulla o di un Sogno di Mez-
zo Inverno, un applauso per il bardo del
tecnigrafo.
O
COME L’ OCCHIO DI MARKO
Helmut lo spietato ha un solo occhio buo-
no, ma ci vede benissimo. Battezza talenti
(vedi Vettel) o li scarta con piglio feroce,
vive di certezze e bisogna dire che ci pren-
de. Per Alguersuari e Buemi, invece, avreb-
be bisogno di inforcare un paio di lenti
diverse, e soprattutto usare un occhio di
riguardo verso i piloti. Ma forse quello è
l’occhio che non funziona.
P
COME PIRELLI
Nel 2011 le gomme italiane sono state uno
dei fattori decisivi del mondiale, e con tut-
ta probabilità lo rimarranno anche que-
st’anno. Le dure che non piacevano alla
Ferrari (e non solo a lei) sono state abolite,
ma azzeccare lamescola giusta rimarrà una
delle chiavi della stagione.
Q
COME QUALIFICHE
I test ci hanno spiegato che a Melbourne in
qualifica Lotus e Sauber con le gomme soft
partirebbero in pole position, ma si sa, un
test non fa primavera. Il rendimento di
McLaren e Red Bull per ora è un mezzo
mistero, l’incertezza (si spera) dovrebbe
regnare sovrana. Perché vedere sempre i
soliti partire lì davanti, alla lunga (anche
alla breve, va’) annoia.
R
COME RAIKKONEN
La novità, fra le più attese della stagione,
ha il faccino da prendingiro di Kimi Raik-
konen, rallista pentito che nei test ha fatto
capire di non aver perso il piede. Se iceman
si confermerà competitivo, prevedibile che
alla Ferrari scenda il gelo.
S
COME SCHUMACHER
Il vecchio volpone è lì, in agguato, pronto a
stupire il mondo che un giorno sì e quell’al-
tro anche attende l’annuncio del secondo e
definitivo ritiro. La Mercedes ha investito
su di lui, Rosberg probabilmente lo investi-
rebbe e basta. Lui per il momento punta al
podio, perché del domani, come spiega il
poeta, non v’è certezza.
T
COME TALENTO
Quello di Vettel e di Hamilton, di Button e
di Alonso, del suddetto Schumacher e di Di
Resta, di Hulkenberg, di Kobayashi. La
sostanza di cui sono tessuti i sogni degli
appassionati a cui non basta sapere tutto di
ali mobili e di scarichi e diffusori, di doppi
fondi e doppi giochi. Nonostante il DRS e i
piloti paganti, in F.1 quest’anno dovrebbe
circolarne parecchio. Mostratecelo, please.
U
COME ULTIMI
Ovvero la HRT e la Marussia, scuderie
materasso che faticano a trovare la molla
per salire di livello, o anche solo per passa-
re i crash test. Gli spagnoli puntano sul-
l’usato sicuro di De la Rosa, la sfida dei rus-
si assomiglia a quelle che si fanno al tavo-
lo da gioco. Una roulette, si spera non
altrettanto russa.
V
COME VIJAI MALLYA
E vai, Vijai. Una coppia di grandi piloti, e il
ruolo di outsider appiccicato agli scarichi.
Quella dell’India targataMallaya forse anni
fa poteva sembrare un avventura velleita-
ria, invece è già riuscita a smuovere classi-
fiche e a portare il Circus nel paese di Gan-
dhi. Una rivoluzione pacifica, chemerita un
inchino.
W
COME WILLIAMS
Patrick Head si è ritirato, Frank Williams
quasi. Dopo l’orribile stagione 2011 a Gro-
ve hanno deciso di scaricare Barrichello e
ripartire dalla cassa, confermando Maldo-
nado e assicurandosi la firma (sugli asse-
gni) di Senna. La nobile decaduta della F.1
punta a rinnovarsi, fra mille problemi e
mille tempeste, e chi ama questo sport non
può che augurarsi che il new deal funzioni.
X
COME X-FACTOR
Pic, Vergne, Ricciardo, Di Resta, il rien-
trante Grosjean, il ragazzino Pic, Rosberg
che punta a una stagione da protagonista,
Kobayashi che vale sempre il prezzo del
biglietto. Dietro i Magnifici Sei c’è un cast
assortito di giovani veri o presunti tali che
potrebbero nutrire un talent-show in cerca
di nuove star. Nel ruolo di Morgan, ovvia-
mente, c’è il vecchio Bernie.
Z
COME ZERO PILOTI ITALIANI
Bye bye Jarno, bye-bye Tonio. Nel Circus
non sventola più il tricolore, ma la bandie-
ra bianca del nostro scontento, e della
nostra vergogna. Siamo una delle patrie del
motore, ma non abbiamo più soldati a
difenderci, e questo non può che mettere
tristezza. La Ferrari ha le sue responsabili-
tà, in questa carestia, ma urge un mea cul-
pa nazionale.