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PATTO
ANTI-GERMANIA
Stefano Semeraro
In Europa non si muove foglia sen-
za che la cancelliera Angela Merkel
non voglia, ma in F.1 Bernie Eccle-
stone ha deciso di fare senza i tede-
schi. Sabato il Supremo ha infatti
annunciato che il nuovo Patto del-
la Concordia, l’intesa sui diritti
commerciali della F.1 che dovrà
valere dal 2012 al 2020, è stato fir-
mato «con la maggioranza dei
team presenti nel Circus», fra i
quali Ferrari, McLaren e Red Bull.
Una «vittoria politica», come è sta-
ta definita dalla Ferrari, e nel caso
di Maranello è facile capire perché:
il nuovo patto riconosce in pratica
alla squadra italiana un valore sto-
rico e unico, e di conseguenza rice-
verà in cambio quattrini e peso
politico aumentato. Secondo
quando riportato dalla Gazzetta
dello Sport i soldini sarebbero
veramente tanti: 110milioni di dol-
lari, 82 milioni di euro circa, calco-
lati in base ad alcuni parametri: 10
milioni di dollari per aver vinto un
titolo costruttori senza aver mai
cambiato nome, 5 per ogni cam-
pionato costruttori vinto dal 2000
e altri 5 per ogni campionato
disputato senza cambiare nome,
sempre dal 2000 oggi, ai quali ogni
anno andrebbe sommato un pre-
mio longevità di 1,2 milioni di dol-
lari. Sul piano dell’influenza politi-
ca invece il “partito rosso” dovreb-
be godere di un posto di massima
influenza nel consiglio di ammini-
strazione della società futura che
dovrà occuparsi di gestire gli affa-
ri del Circus. Per il momento l’op-
zione di quotare in borsa la F.1 –
sulla piazza di Singapore – che sta-
va a cuore di Ecclestone sarebbe
congelata, specie dopo i dubbi che
avevano espresso in proposito
Chris Horner e Martin Whitmarsh
per conto di Red Bull e McLaren,
mentre sembra che nei piani dei
team ci sia quello di tagliare fuori
il più possibile la FIA dai futuri
assetti di potere, limitando il ruolo
della Federazione Internazionale a
quello di garante dei regolamenti
tecnici. Il vero nodo della trattati-
va però, riguarda la Mercedes, che
a quanto pare al momento non
avrebbe ancora firmato nulla, e
anzi sarebbe rimasta parecchio
contrariata dal sistema di calcolo
escogitato da Ecclestone che se
premia la Ferrari e comunque sod-
disfa anche McLaren e Red Bull
(cui andrebbero circa 35 milioni di
dollari), taglia fuori il costruttore
tedesco che in F.1 a pieno titolo è
rientrato solo da poco e non
godrebbe quindi dei bonus ricono-
sciuti ai rivali diretti. Evidente-
mente il Patto così come è stato
scritto da Ecclestone punta a lega-
re alla F.1 chi ci entra, premiando
la fedeltà dei costruttori e scorag-
giando i continui passaggi di mano
delle scuderie, ma forzare la mano
con la Mercedes è un rischio. Sen-
za contare che in questa maniera i
piccoli team vedrebbero ancora di
più aumentare il solco (economi-
co) fra di loro e le grandi case. Pat-
to sì, ma se parliamo di concordia
universale andiamoci piano…