Page 41 - Italiaracing

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Marco Cortesi
Foto: IndyCar/LAT USA
Quattordici macchine penalizzate in gri-
glia di partenza. Una follia? Con questo
interrogativo si è aperto per team e pilo-
ti il weekend dell'IndyCar a Long Beach.
La scelta da parte della categoria di
costringere tutti - e da subito - a rispetta-
re la percorrenza minima di 1850 miglia
(circa 3000 km) per i nuovi V6 ha susci-
tato scalpore, trovando favorevoli e con-
trari. Se da un lato molti hanno rilevato
come il tetto, già di per sé da record, sia
difficilissimo da raggiungere con propul-
sori appena messi in pista, altri hanno
gradito l'importante sfida tecnica alla
base del concept. Utilizzare motori turbo
e di cilindrata ridotta ha portato l'Indy-
Car sulla stessa strada intrapresa dai
costruttori di auto stradali (downsizing),
e con una vita utile lunghissima si è rida-
to pepe ad un settore che - con il mono-
fornitore - non si era evoluto per anni. E'
stata una scelta difficile e che probabil-
mente continuerà a mietere vittime, ma
se l'imperativo, come spesso dice Randy
Barnard, è quello di alzare l'asticella, c'è
da dire che ci si è riusciti. Tanto più che,
a causare la sostituzione in massa dei
motori Chevrolet, non è stato nulla di
strutturale. Semplicemente un problema
di messa a punto che, causando delle
detonazioni, avrebbe potuto alla lunga
portare a delle rotture, come avvenuto
nei test pre-gara di Barber. I motori nuo-
vi quindi, non avevano nulla di diverso
dai precedenti, a confermare la buona
riuscita del progetto. Diverso il "caso" che
ha creato altre polemiche sul fronte Hon-
da. I giapponesi hanno scelto di utilizza-
re un solo turbocompressore nella cam-
pana, al contrario dei due (più piccoli) di
Chevy e Lotus. La conseguenza? Un pro-
blema di risposta all'acceleratore, con un
forte "turbo lag" lamentato da tutti i pilo-
ti. Insieme al monofornitore Borg War-
ner, è quindi arrivata la decisione di effet-
tuare un aggiornamento, al quale si è
però opposta la IndyCar, con una decisio-
ne dell'ultimo minuto. Risultato: l'arrab-
biatura Honda, quella dei piloti e la
necessità di attendere almeno fino a San
Paolo. La serie vuole vederci chiaro e
capire se l'aggiornamento è effettivamen-
te dovuto a un'iniqua disparità nelle pre-
stazioni delle due tipologie di compresso-
re, e se il cambio possa avvenire senza
l'aggravio delle 10 posizioni di penalità.
Alla peggio se ne riparlerà per Indy,
quando tutte le vetture verranno dotate
di V6 nuovi. Per quanto problematiche
siano state le avventure dei due fornitori
"top", nulla a confronto con le difficoltà
dei team Lotus. Spesso, le vetture equi-
paggiate dalla casa inglese, pur avendo
trovato una buona affidabilità, sono sta-
te letteralmente "sverniciate" in rettili-
neo dai rivali. Se in Brasile, sperando nel-
la pioggia, ci si potrà mettere una pezza,
per la classica dell'Indiana occorrerà una
soluzione.