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Massimo Costa
Non ha sbagliato nulla, in qualifica e in
gara. Una pole stordente, un primo posto
da KO per la Ferrari, per Fernando
Alonso. In questo interminabile
campionato, fatto di alti e bassi che hanno
coinvolto tutti i protagonisti del 2012, è
questo il momento per non cominciare a
inciampare. Sebastian Vettel infila il
secondo successo consecutivo della
campagna asiatica del calendario F.1
firmando le vittorie sul tracciato cittadino
di Singapore e sull’ultra tecnico circuito di
Suzuka. Due piste completamente
differenti, dove lui ha saputo rispondere
da campione al pari della sua Red Bull,
passata dalle curvette in notturna di
Singapore
alle
veloci
pieghe
dell’autodromo giapponese senza la
minima esitazione. La RB8 fa paura,
Adrian Newey a forza di inventarsi
qualcosa ha riportato la Red Bull, almeno
in questo frangente, di nuovo ad occupare
una posizione di superiorità assoluta.
Non dimentichiamoci il monopolio della
prima fila con Vettel eMarkWebber, cosa
che quest’anno non si era mai verificata.
Un campanello d’allarme piuttosto
rumoroso per la concorrenza. La RB8 a
Suzuka
presentava
una
nuova
sospensione posteriore e un doppio DRS
applicato
all’alettone
posteriore.
Particolari che forse, presi singolarmente,
non arrivano a creare un eccessivo divario
dalla Ferrari e dalla McLaren, ma messi
tutti insieme portano la RB8 a dettare
legge. “Se dovessi sognare di notte
un’auto da guidare sarebbe questa”, ha
detto come sempre molto fantasioso nelle
sue esposizioni post gara Vettel. Questa
volta nessuno ha osato porgergli la solita
domanda sul sogno Ferrari… Con la
vittoria di domenica scorsa, Vettel ha
raggiunto quota 24 su 96 GP disputati,
eguagliando Juan Manuel Fangio ed
entrando nella top ten dei piloti che
hanno conquistato il maggior numero di
gare in carriera: “Sogni la F.1 tutta la vita,
quando sei bambino ti pare così lontana,
ma quando la raggiungi fai fatica a
spiegare quanto sia bello correrci, un
privilegio che spetta soltanto a 24 piloti al
mondo ogni due settimane. Non
dobbiamo dimenticarlo”. Belle parole. Il
Vettel nervoso e arrabbiato che abbiamo
visto di tanto in tanto nel 2012, pare ora il
solito Sebastian, dotato di un senso della
battuta difficilmente riscontrabile nei suoi
colleghi, a parte Jenson Button. Vettel sa
che la doppia vittoria di Singapore e
Suzuka significano poco e anche se ora è
soltanto a quattro punti da Fernando
Alonso, non si sbilancia: “La conquista del
mondiale è sempre stato il nostro primo e
unico obiettivo, non soltanto in questo
momento. Ci abbiamo sempre creduto ed
abbiamo lavorato incessantemente, ma ci
sono ancora cinque gare da disputare e la
strada è molto lunga”. Sul ritiro di Alonso
si è detto dispiaciuto, dal team non lo
avevano avvisato che era fuori, forse per
non fargli perdere la concentrazione. Se
ne è accorto lui, guardando il maxi
schermo mentre era dietro la safety-car.
Sogni la F.1 tutta la vita, quando sei bambino
ti pare così lontana, ma quando la raggiungi fai fatica a spiegare quanto
sia bello correrci, un privilegio che spetta soltanto a 24 piloti al mondo
ogni due settimane. Non dobbiamo dimenticarlo
SEBASTIAN VETTEL