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Dario Sala
Mentre lo staff dell'Auto GP World Series sta riversando tutte le energie al 2013, gli echi del campionato appena con-
clusosi a Sonoma non si sono ancora assopiti. Sulla pista californiana, la serie organizzata da Enzo Coloni ha manda-
to agli archivi un'annata che ha rappresentato un'ulteriore passo verso quell'espansione che nel 2013 dovrebbe essere
ancora maggiore. E mentre il futuro prevede una nuova macchina ed un calendario sempre assieme al WTCC, il pas-
sato recente ci parla di una categoria che ha scavalcato in maniera brillante uno degli anni più difficili del motorsport
globale. La crisi economica che ha decimato molti campionati è passata anche di qui, ma l'Auto GP per gran parte del-
l'anno ha sempre potuto contare su sedici macchine al via. Un numero che non tutti possono dire di aver avuto. Nelle
trasferte extra europee qualche defezione c'è stata, così come si è assistito a parecchi cambi di casacca o piloti che, per
concomitanze varie, hanno lasciato e ripreso la serie. Non è bello, ma è normale e avviene ormai in quasi tutti i cam-
pionati. Questo non ha inficiato sullo spettacolo e sul livello generale dimostratosi buono. Il resto ci ha raccontato del
dominio di Adrian Quaife-Hobbs e della Super Nova, della scoperta della stella nascente Sergey Sirotkin, del ritorno
alla vittoria su delle vetture a ruote scoperte di Antonio Pizzonia e di tanti altri piloti che sono riusciti a mettersi in
mostra dimostrando il ruolo propedeutico di un campionato che dal punto di vista delle prestazioni naviga in ambiti
GP2, ma a prezzi decisamente inferiori. Vediamo i primi dieci in classifica come sono andati e cosa hanno fatto.
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Il duello Quaife-Hobbs Varhaug