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Massimo Costa
Non lo scopriamo certo oggi, ma il GP di
Abu Dhabi ha evidenziato in maniera anco-
ra più netta di altre volte il divario che vi è
tra una prima e una seconda guida. Guai a
chiamarli così i vari Mark Webber, Felipe
Massa, Jenson Button e, aggiungiamo,
Romain Grosjean. Potrebbero offendersi.
Ma alla fine quel che conta sono i risultati,
le classifiche, e leggendole il confronto è
impietoso. Webber ad Abu Dhabi è stato a
dir poco deprimente. Con Sebastian Vettel
che partiva dai box, era logico aspettarsi
dall’australiano una corsa tutta d’attacco,
quanto meno in difesa su Fernando Alonso.
Niente di niente. Webber ha sbagliato,
come spesso gli capita, la partenza, si è fat-
to superare dalla Ferrari dello spagnolo e
non è più stato in grado di ribattere nono-
stante fosse al volante della monoposto più
veloce del campionato, la Red Bull-Renault.
Quello che era una volta uno dei piedi più
pesanti nei sorpassi, ha sbagliato la mano-
vra su Pastor Maldonado, chiudendolo
mentre tentava di passarlo all’esterno e
ripetendosi poi quasi in fotocopia con Feli-
pe Massa. Poi si è perso ritrovandosi in lot-
ta con la Sauber di Sergio Perez e la Lotus
di Romain Grosjean e proprio quest’ultimo,
pur incolpevolmente, lo ha eliminato. Web-
ber è dunque stato completamente inutile
alla causa di Vettel e della sua squadra.
Anche Massa non ha portato alcun benefi-
cio ad Alonso. Sarebbe stato suo compito
fermare la scalata del tedesco iridato, ma
non è stato all’altezza della situazione. Sem-
pre lontano da Alonso, si è trovato, guarda
le coincidenze, a duellare con Webber
finendo poi in testacoda da solo pochi atti-
mi dopo un contatto con l’australiano, che
aveva tentato di passarlo all’esterno. Massa
ha girato troppo largo (Button ha poi dimo-
strato con Vettel che dentro ci si poteva sta-
re) e le ruote si sono “baciate” portando
Webber nella via di fuga. A seguire, il 360
di Massa. Dopo quell’episodio, chi l’ha più
visto? Button è apparso disperso rispetto al
compagno Hamilton. La McLaren-Merce-
des ne aveva di più della Red Bull, ma lui
non se ne è accorto. Ha disputato una qua-
lifica anonima, quintomentre il suo compa-
gno veleggiava in pole, una gara scialba.
Button è così, lo abbiamo detto mille volte.
Ti può azzeccare il GP impeccabile, poche
volte però, mentre per il resto della stagio-
ne vivacchia dando la colpa alle gomme o
all’assetto. E dire che Button era definito un
mago nel capire prima degli altri il compor-
tamento degli pneumatici. Poi c’è Grosjean,
la Lotus ed il suo mentore Eric Boullier si
aspettavano molto da lui. Il franco svizzero
ha certamente offerto ottime prestazioni,
ma nel confronto con Raikkonen ne è usci-
to a pezzi. E nelle ultime gare, dopo i tanti
incidenti innescati e l’onta della punizione
subìta a Monza, sembra anche aver perso il
passo garibaldino che gli permetteva di
ritrovarsi nelle prime file.
RI “DENTRO”
il solito errore
ha macchiato la gara di
Felipe Massa
finito in testacoda
nel tentativo di resistere
all’attacco di Webber