Pagina 45 - Italiaracing.net Magazine

45
comunque in allenamento sulle strade
del mondiale. E’ stata davvero una deci-
sione difficile da prendere quella di met-
tere da parte le velleità di vittoria in favo-
re dello sviluppo. Alla fine tranne che a
Montecarlo e in Sardegna non siamo mai
andati davvero flat out, abbiamo solo cer-
cato di imparare e di conseguenza porta-
re la vettura al traguardo”.
-
Spesso parlando di rally per qual-
che ragione si tende a bypassare il
tuo ruolo che invece è fondamenta-
le. Potresti spiegarci che cosa fa e
qual è il compito di un navigatore?
Durante una gara al pilota viene chiesto
di essere al 200% per un breve lasso di
tempo che è quello della speciale, per noi
co-piloti invece è tutta un’altra storia,
dobbiamo dare il 100% per sette giorni
alla settimana. Si parte dall’aspetto
amministrativo della competizione, poi
due giorni sono dedicati alle ricognizioni,
uno allo shakedown e alle pubbliche rela-
zioni e tre alla gara vera e propria. La pre-
parazione delle note e la successiva lettu-
ra, il rispetto delle varie tempistiche e dei
programmi, la gestione della pressione
delle gomme, sono tutti elementi di cui
dobbiamo occuparci noi in modo da evi-
tare qualunque contrattempo in corsa.
Addirittura Jean Todt nei suoi anni ralli-
stici era solito a dire il co-driver aveva
anche la licenza di dire al pilota se e quan-
do poteva fare i suoi bisogni!”.
-
E a proposito di piloti, sembra che
tra te e Sébastien ci sia molto coe-
sione e questo è certamente uno dei
vostri punti di forza, ma vi capita
mai durante le gare di avere
momenti di tensione o discussioni?
Quando fai parte di questo mondo mera-
viglioso che è il WRC e lo fai a livello pro-
fessionistico sai che ci saranno dei picco-
li sacrifici da fare. Adesso sono sette anni
che viviamo a stretto contatto, tra gare
ricognizioni, attività di comunicazione,
tutto questo per raggiungere il top. Ad
esempio quest’anno abbiamo passato
fuori casa 250 giorni, quindi certo qual-
che volta può capitare di avere degli scre-
zi, tra piccoli errori, pressioni esterne,
giornate no, però con l’esperienza abbia-
mo capito che tutto si deve chiudere in
breve tempo perché non ci si può permet-
tere di perdere la concentrazione”.
-
In conclusione, riallacciandoci a
ciò che accennavi inmerito all’esse-
re spesso in viaggio, come si fa a
gestire la propria vita personale?
E’ molto difficile perché devi essere sem-
pre disponibile, quindi è quasi impossi-
bile pianificare qualunque tipo di attività
o stare con la famiglia e gli amici. Delle
volte per ovviare questo problema li invi-
to io ai rally, come l’anno scorso quando
ho offerto il viaggio ad alcuni amici per
seguirmi in Messico. Si tratta certamen-
te dell’aspetto meno positivo di questo
mestiere così privilegiato”.