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GP BRASILE
MERCEDES
SCHUMI
NEL SEGNO DEL 7
Massimo Costa
11, 13, 22, 11, 16.
Non sono i numeri del lotto, ma i piazzamenti di Michael Schumacher e della
sua non competitiva Mercedes nei GP di Suzuka, Yeongam, Greater Noida, Abu Dhabi ed Austin.
Il rischio che anche a San Paolo, sua ultima gara in F.1, finisse nell’anonimato era alto. Ad aiu-
tarlo, la pioggia. Il sabato, dopo un non convincente tredicesimo posto in qualifica, aveva detto
con certezza: “Domenica pioverà, ho tenuto un set-up da bagnato per fare una gara alla Schuma-
cher”. Non si è sbagliato. D’accordo, non ha meravigliato e lottato per un posto sul podio, ma
Schumacher ha visto il traguardo al settimo posto correndo come se sulla sua carta d’identità
non vi fosse scritto 43 anni e non fosse l’ultimo GP della sua vita, ma come se avesse davanti a
sé ancora una carriera: “L’inizio della corsa non è stato dei migliori perché per una foratura mi
sono trovato ultimo. Ma la mia filosofia la conoscete, mai arrendersi, perché c’è sempre una pos-
sibilità per riemergere, basta cercarla. Per una strana coincidenza, ho concluso il mio ultimo GP
in F.1 al settimo posto, che è la stessa posizione della mia prima qualifica nel mondiale, a Spa,
nel 1991 con la Jordan. E se ci pensate, lascio con sette titoli vinti… Sono contento per Vettel,
all’inizio me lo sono ritrovato a centro pista che procedeva in senso inverso e mi sono preoccu-
pato per lui. Poi, ha saputo recuperare dimostrando il suo valore. Tornando alla mia corsa, è sta-
ta estremamente divertente e sono tornato in zona punti. Di meglio non potevo sperare”.
Nella sua ultima apparizione in F.1, il campione tedesco è tornato
in zona punti dopo una lunga assenza, disputando una delle sue migliori
gare che lo ha visto terminare settimo, la stessa posizione della sua
prima qualifica nel 1991, lo stesso numero dei mondiali vinti!