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FORMULA 1
TECNICA RED BULL – 3. PUNTATA
VECCHIE IDEE
IN SALSA MODERNA
Di cosa si tratta? Per capire cosa permetta agli uomini in blu di dominare la scena, dal-
l’alto di una superiorità quasi imbarazzante, occorre fare un passo indietro, per l’esattez-
za al Gran Premio di Ungheria del 2010, quando la Red Bull finì nell’occhio del ciclone
per l’utilizzo di un’ala anteriore troppo flessibile, che strisciava contro l’asfalto, garanten-
do un sigillo pressoché perfetto sull’asse anteriore. Per evitare inutili rischi, la Federa-
zione intervenne prontamente, raddoppiando i valori di carico, senza sortire però gli effet-
ti sperati. Nel 2011 la Red Bull riproponeva infatti una soluzione simile a quella messa al
bando dagli organi federali, amplificandola. Come si può osservare nel disegno 2, la RB7
ripropone un un’ala anteriore simile a quella della passata stagione, che per giunta flette
di più, pur risultando perfettamente conforme al regolamento. Non contento, per recu-
perare parte della deportanza persa con la messa al bando del doppio diffusore posterio-
re, Newey esaspera il concetto dell’ala flessibile, estendendolo a tutta la vettura. Per far
questo, inclina verso l’anteriore tutta la vettura, riprendendo una vecchia idea che Colin
Chapman, il fondatore della Lotus, aveva addirittura preconizzato nel 1982, all’indoma-
ni della messa al bando delle minigonne. Abbinando la flessibilità dell’ala anteriore, con
un assetto “picchiato”, ovvero con una macchina inclinata in avanti e col retrotreno più
sollevato dal suolo, si ottengono due vantaggi: l’alettone più vicino al terreno fa aumen-
tare il carico aerodinamico sull’asse anteriore, mentre inclinando il posteriore si fa lavo-
rare il diffusore con un angolo maggiore, incrementando la deportanza al retrotreno.