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L’AIUTO DI RENAULT
PER L’HOT BLOWING
La Red Bull in questa configurazione desta grande impressione fin dai primi test inver-
nali, la concorrenza cerca di copiarne l’assetto “picchiato”, ma Vettel e Webber continua-
no a rimanere un miraggio per tutti.
Anche perché nel frattempo Newey è andato oltre, coinvolgendo nello sviluppo della RB7
i motoristi della Renault. Il geniale progettista inglese si rende infatti conto che, per otte-
nere i massimi benefici dall’assetto “picchiato”, bisogna agire in sinergia col propulsore,
sfruttandone il “soffiaggio caldo” (hot-blowing). In sintesi, quando il pilota solleva il pie-
de dall’acceleratore la farfalla del gas rimane parzialmente aperta per fare fluire, all’in-
terno delle camere di scoppio, una certa quantità di aria-benzina che, a contatto con i con-
dotti di scarico incandescenti, si incendia. Il calore prodotto dalla combustione investe il
diffusore posteriore, velocizza lo scorrimento dell’aria che attraversa il retrotreno (dise-
gno n-3) e, conseguentemente, aumenta la deportanza. Ecco così spiegata la schiaccian-
te superiorità della Red Bull, una superiorità tecnica che, a ben guardare, per troppo tem-
po è stata una sorta di segreto di pulcinella. Fin dai test invernali del 2011 bastava infat-
ti recarsi in uno dei tratti misti del circuito di Jerez o Barcellona per capire come quel
rumore di ferraglia del V8 in rilascio non era indice di un motore che stava esalando l’ul-
timo respiro, ma di qualcos’altro, che in molti hanno capito solo a giochi fatti. Con trop-
po ritardo....
KERS NELLE PARATIE
DISCHI FRENI AERODINAMICI
Per rasentare la perfezione, dopo averemesso a punto l’ala flessibile anteriore, l’assetto “pic-
chiato” e il “soffiaggio caldo” bisogna lavorare di cesello sui dettagli, nello sviluppo dei qua-
li Newey è un autentico maestro. Anche se le similitudini tra la Red Bull del 2010 e quella
del 2011 sono notevoli, ad una più attenta analisi dei due modelli non sfugge il fatto che la
RB7 sia una una versione in “scala ridotta” del modello campione del mondo 2010. Se la
parte anteriore rimane praticamente invariata, non altrettanto si può dire del retrotreno,
dove Newey mantiene la sospensione pull-rod e gli scarichi bassi e riesce nell’ardua impre-
sa di ridurre ulteriormente gli ingombri trasversali a cavallo della trasmissione. In questo
modo, assommando gli effetti dell’assetto picchiato e dell’hot blowing, the “genius” recupe-
ra buona parte di quella deportanza che si era persa dopo la messa al bando del diffusore a
“
doppio-stadio”. Tanto per non essere tacciato di mancanza di fantasia, il progettista ingle-
se è originale anche nella dislocazione delle batterie del Kers, che un po’ tutti lo scorso anno
montavano sotto il sedile del pilota o nell’incavo del serbatoio carburante, mentre sulla Red
Bull RB7 vengono ubicate all’interno di due paratie ancorate alla parte bassa del telaio. Per
non parlare della cura maniacale con la quale Newey rivede gli impianti frenanti della RB7,
trasformando i quattro dischi, con relative pinze e carenature, in vere e proprie appendici
aerodinamiche, in grado di
aumentare l’efficienza aerodina-
mica del mezzo. A questo punto
basta mettere insieme tutti gli
ingredienti per comprendere la
superiorità tecnica della RB7, una
delle migliori Formula 1 di tutti i
tempi.