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KARTING
MARCO ARDIGÒ
Gabriel Saramago
Marco Ardigò è una delle star del karting
moderno. Il pilota di Lumezzane, due volte
CampionedelMondo, allasogliadegli “enta”,
conunacarrierakartistica formidabile, si tro-
va in una fase della carriera sportiva in cui
l’alchimia tra talento ed esperienza lo rendo-
no, senza alcun dubbio, uno dei piloti di rife-
rimento per tutti. Ardigò è il pilota più vin-
cente degli ultimi anni e la sua carriera è
ancora in piena ascesa, grazie a doti non
comuni ed a un carattere granitico e volitivo.
Marco, al termine di una stagione dolce ed
amara, ci parla di come sono andate le cose
nel 2012, ma ci da anche alcuni interessanti
opinioni su colleghi ed ex colleghi con cui ha
duellato, tutto all’insegna della franchezza,
come è sua consuetudine.
La tua stagione è iniziata con la vitto-
ria nella WSK Master Series ed è ter-
minata con la terza vittoria nel Super-
Nationals USA di Las Vegas. In mezzo
c’è stata la dura parentesi della squali-
fica nel Campionato Europeo. Un inci-
dente particolarmente amaro, perché
avevi vinto e sei stato squalificato per
essere stato trovato sotto peso (500
grammi, ndr). Una beffa causata, pro-
babilmente, da una perdita di benzina
anomala dal carburatore?
E’ stato difficile quel momento, è vero. Per
carattere sono abbastanza resistente e non
mi sono abbattuto affatto, ho continuato a
correre con la stessa determinazione e con-
centrazione, non mi sono demotivato ed ho
proseguito la stagione. Il 2012 era iniziato
bene, con la vittoria nella WSK Master ed è
proseguita in modo meno brillante, ma
abbiamo lavorato ed il finale di stagione ci ha
portato, meritatamente, la bella vittoria nel
Super Nationals.”
Attualmente il karting è suddiviso in
due categorie principali, la KZ, con il
cambio, e la KF, priva di cambio. Per
la prima volta da molto tempo la cate-
goria con il cambio è quella che più
conta, questo in virtù della scelta fatta
l’annopassatoda alcuni costruttori, in
accordo con la CIK, che ha portato tut-
ti i professionisti più blasonati in KZ,
lasciando la KF ai giovani emergenti.
La linea verde ha impoverito la classe
KF, divenuta oggi una classe ibrida,
con tanti giovanissimi arrembanti ed
alcuni piloti esperti che non sempre
fanno la differenza. Che ne pensi?
Oggi inKF1, oKF2, non ci sono nomi di par-
ticolare rilievo, quindi se stai davanti non hai
battuto una concorrenza particolarmente
difficile. Quando c’èrano i professionisti si
vedevano ben altre gare. Soltanto qualche
anno fa esisteva la 100cc. Super A, a presa
diretta, come categoria top e tutti volevano
correre lì, per dimostrare di essere i migliori.
Oggi questo ruolo lo ha preso la KZ1, che è
diventata la categoria di riferimento.”
Qual è dunque la categoria più forma-
tiva per un giovane che vuole farsi le
ossa sul serio nel karting?
In questo momento, come detto, la KZ è la
categoria che prepara meglio alle auto. Dal
punto di vista tecnico, proprio per quanto
dicevamo prima, è molto più impegnativa la
KZ. Qui ci sono i piloti più esperti e questo ti
forma il carattere. Perché se corri inuna cate-
goria in cui prendi delle bastonate, automa-
ticamente, tiri fuori il carattere, la forza e la
voglia di arrivare, se ce l’hai. Questo aspetto
è importante, ti forma e ti aiuta a migliorare.
Perquesto,selecosenoncambieranno,enon
vedo cambiamenti a breve termine, penso
che la KZ rappresenti il futuro del karting
internazionale.”
Visto lo stato di cose, ci sono anche
altri fattori che rendono la KZ più for-
mativa per un giovane?
Si, c’è il rispetto in pista per gli avversari.
Questo lo si impara guardando chi è più
esperto e le gare che vengono fuori quando
c’è rispetto tra i piloti sono più piacevoli, per-
ché vedi tanti sorpassi e contro sorpassi.
Adesso, spesso, in KF2 si fanno degli auto-
scontri gratuiti.”
Hai corso con piloti che hanno prose-
guito la loro carriera in auto, come
Hamilton, Rosberg ed altri. Oggi han-
no caratteristiche peculiari ben preci-
se. Anche quando li hai sfidati, e spes-
so battuti, avevano le stesse particola-
rità che oggi sono ben note al grande
pubblico?
Nei primi anni duemila i top driver con cui
mi sono confrontato, Hamilton, Rosberg,
Kubica, Mortara ed altri, avevano già certe
caratteristiche ben evidenti, che li contraddi-
stinguevano. Ad esempio, Hamilton è sem-
pre stato aggressivo e molto veloce. Rosberg,
nel kart, era meno aggressivo e meno veloce
di Hamilton, ma più calcolatore, caratteristi-
che che gli sono rimaste anche oggi in F.1,
dopo aver trascorso molto tempo in macchi-
na. Un altro pilota particolarmente veloce
con cui ho corso era Mortara. Quando lo
incontravi nellagiornatagiusta, noncene era
per nessuno, ti faceva piangere in cinese!”
Hai corso con giovani emergenti e con
piloti esperti che erano dei guru, in
quel preciso momento. Ti sei sempre
fatto valere e ti sei misurato con tutti a
viso aperto. C’è qualche tuo collega a
cui hai “rubato” qualcosa?
Sinceramente non ho mai studiato nessuno
dei miei avversari al punto da dire: mi piace
e vorrei guidare come lui. Soltanto quando
correvo con Gary Catt, ho studiato il suo
modo di affrontare le qualifiche. Lui era più
veloce di me in qualifica, riusciva ad essere
molto veloce in soli tre giri ed io, in quel fran-
gente, non riuscivo a fare quello che faceva
lui. Poi, in gara venivo fuori e gli stavo davan-
ti,ma inqualifica…Questomi scocciava, per-
ché esiste l’idea che un pilota si distingue per
la velocità pura sul giro, mi bruciava un po’
stare dietro a Gary in qualifica. Questa situa-
zionemi ha spintoamigliorarmi.Nonho cer-
cato, però, di capire il suomododi fare lequa-
lifiche, piuttosto mi sono concentrato su
quella fase della competizione e mi sono
spronatoafaresempremeglio.Nonl’hovolu-
to copiare, ma mi sono concentrato su quel-
la situazione, per avvicinarmi a lui.”
Torniamo ancora ai piloti con cui ti sei
confrontato in questi anni di gare ad
alto livello. Chi sono stati i più talen-
tuosi con cui hai lottato?
Senza ombra di dubbio sono stati Hamilton
e Kubica. Con loro ho fatto molte lotte. Nel-
l’Europeo del 2000 abbiamo fatto una grande
bagarre, in cui ci siamo sfidati in modo serra-