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Guido Rancati
L’interrogativo della vigilia è quello di sempre:
ci si chiede se il grande vecchio del calendario
rallistico internazionale offrirà a protagonisti,
comprimari e appassionati un’edizione dai con-
torni primaverili o se invece sarà la neve ad ave-
re un ruolo importante nello scenario. Le gran-
di squadre si affidano alla tecnologia, altri con-
tinuano a interrogare i vecchi della Drome, del-
l’Ardeche e delle Alpi Marittime. Ma gli uni e
gli altri sanno fin troppo bene che strumenti ed
esperienza non basterannomai a prevedere con
sufficiente anticipo i capricci del tempo e ad evi-
tare le mille e mille trappole che da sempre e
per sempre dissemina su un percorso tornato a
essere quello che ha fatto la vera storia del Ral-
lye Monte-Carlo. Eh già: dopo i tratti gloriosi
dell’avvio e prima di quelli altrettanti gloriosi
del gran finale alla luce dei fari supplementari,
gli organizzatori dell’appuntamento che vale
una stagione sono tornati a proporre un’altra
classica che l’insensatezza dei rally-salotto li
aveva costretti a mettere da parte. Il tempo, in
questo, è stato galantuomo e il Monte che apre
il mondiale 2013 ha ritrovato la sua vera fisio-
nomia fatta di prove lunghe e toste distribuite
in quattro tappe.
Quelle legate al meteo rappresentano solo una
parte delle incognite di una gara al solito diffi-
cile da interpretare e ancor più da prevedere.
Di domande destinate a restare senza risposta
ancora per qualche giorno, quest’anno ce ne
sono davvero tante. E non basta leggere i fondi
del caffè o interpretare le carte per trovare
risposte convincenti…
Sotto i riflettori la nuovissima Volkswagen Polo Wrc
al debutto in corsa con Ogier e Latvala