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sma e forse ora si tornerà all'antico. Per
l'amore che nutro verso questa categoria,
spero che si rivitalizzi e torni sugli stessi
livelli”.
Forse una delle componenti più pro-
blematiche per il Mondiale GT sono
state le trasferte "esotiche". Qual è la
tua opinione da Team Manager?
In un momento di crisi si va a cercare Pae-
si in cui i proprietari dei circuiti possano
investire o abbiamo qualche interesse. Ma
lo spartiacque è uno solo: o gli organizza-
tori si prendono carico della differenza che
c'è nei costi, o altrimenti è una scelta assur-
da. In un momento di crisi come questo,
mantenere i costi bassi per i team è vitale
anche perché non li si possono semplice-
mente scaricare sui piloti. Si guarda al
domani, e nessuno si può permettere un
investimento grosso senza un ritorno a bre-
ve...
Come valuti il tuo futuro alla luce di
questa nuova esperienza?
Sapevo già che non sarebbe stata una scel-
ta definitiva e che sarei tornato al via da
pilota, semplicemente non potevo permet-
termi un doppio impegno così gravoso.
Però, ho comunque voluto anticipare un
possibile futuro dopo la carriera di pilota,
non si può correre a vita”.
Matteo Bobbi in versione team manager.
In alto, la Ferrari 458 con la quale il milanese ha diviso
l’abitacolo alla 6 Ore di Vallelunga
con Daniele Mulcchè e Luca Rangoni
alla fine di novembre