Pagina 32 - Italiaracing.net Magazine

32
FORMULA 1
TOTO WOLFF
Wolff, la sua nomina alla Mercedes è
stata una sorpresa per molti, visto che
fino a pochissimo tempo fa lei faceva
parte della dirigenzaWilliams. Come è
successo?
«
E’ accaduto tutto molto in fretta, nel giro di
un paio di settimane da una chiacchierata
informale si è passati a colloqui seri. Riesco a
concentrami solo su una cosa alla volta e in
quel momento ero molto impegnato con la
Williams. Poi, quando l’opportunità con la
Mercedes si è concretizzata, si è trattato non
solo di essere coinvoltonel teamdi Formula 1,
ma anche di raccogliere l’eredità di 22 anni di
Norbert Haug come direttore del motorsport.
Mi sono detto: Toto, questa è una opportuni-
tà che capita ogni 20 anni. Ha significato
anche tornare un po’ alle mie radici, visto che
ho lavoratoallaMercedes finoal 2005. Erogià
coinvolto nella HWA (il team di DTM soste-
nuto dalla Mercedes, ndr), quindi almeno
metà del lavoro per me era pane quotidiano.
Conosco le persone con cui lavoro, mi fido di
loro, e il boarddellaMercedesèmoltoconcen-
trato sulla F.1, quindi la chance che ho fra le
mani è davvero eccitante».
Quando è partita veramente la sua col-
laborazione con laMercedes?
«
Appena prima di Natale. C’erano stati dei
pour-parler in precedenza, ma niente di serio.
Poi, come dicevo, è accaduto tutto in due set-
timane. E’ andato tutto a posto in fretta per-
ché la gente della Daimler sapeva esattamen-
te cosa cercava e io avevo le qualità adatte
all’incarico,quindidurantelevacanzediNata-
le tutto è stato concluso».
Hannodovuto far faticaaconvincerlao
ha accettato subito?
«
Mi sono innamorato subito dell’idea, perché
è fantastico avere l’opportunità di seguire sia
la F.1 sia il resto delle attività nel motorsport,
a livello mondiale. In questo senso credo di
rappresentareunvaloreaggiunto.Ilproblema
vero è stata la Williams. Ero con loro da tre
anni, nei quali ho ricoperto diversi ruoli, spe-
cie nell’ultima stagione, ed ero destinato a
diventare il successore di Frank Williams. In
realtà non ci potrà mai essere un vero succes-
sore di Frank Williams, ma ero io quello che
avrebbe dovuto comunque condurre il team.
Come sarei riuscito a dire a Frank che me ne
andavo? E’ stata dura, ve lo assicuro. Mi sono
dato una settimana per accettare la proposta
Mercedes, e dopo tre giorni avevo quasi deci-
sodi restareallaWilliams. Sonomoltoaffezio-
nato alla gente che lavora nel team, dal repar-
to corse al marketing, in qualche modo sono
diventati parte della mia famiglia e dire a tut-
ti cheme ne andavo è statomolto difficile. Ma
l’opportunità chemi si offriva era enorme. Ne
ho parlato con il board e nessuno si è risenti-
to, mi hanno augurato buona fortuna e il rap-
porto personale non ne ha risentito. Il primo
commento di Frank è stato: “molto interes-
sante. Farei la stessa cosa se mi fosse offerta
una opportunità del genere”. E così, eccoci
qua».
Cosa pensa di poter offrire alla Merce-
des? Si tratta di un lavoromolto delica-
to. Il mondo della Formula 1 si augura
che l’impegnodellaMercedes sia lungo
termine,mamoltodipenderà dai risul-
tati.
«
L’impegno della Mercedes c’è. La Formula 1
deveaverepazienza.Lastoriainsegnachenon
si può trasformare un team in soli due anni. A
che punto siamo? Ross Brawn ha lavorato
molto duro con il suo team quest’inverno, ha
adisposizionegenteveramentebrillante.Liho
incontrati tutti nelle ultime settimane. Può
sembrare un tempo molto breve, ma capisci
immediatamente se potrai andare d’accordo
con qualcuno o no, e il feeeling stavolta è sta-
to ottimo. Capiremo a che punto siamo nel
giro di poche settimane, direi il 16 marzo alle
cinquedel pomeriggioaMelbourne!Allorami
sarò fatto un quadro migliore del team e del-
Toto Wolff
con il suo
predecessore
Norbert
Haug