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INDYCAR
ANDREA TOSO
Stefano Semeraro
Ingegner Toso, quali sono gli obietti-
vi e le aspettative per la stagione Indy-
Car 2013?
«
La stagione 2012 è stata dura per le squa-
dre: nel pieno di una difficile congiuntura
economica e finanziaria a livello mondiale,
i proprietari delle squadre hanno acquista-
to, volenti e alcuni nolenti, nuove macchi-
ne, nuovi motori, nuove attrezzature; inevi-
tabilmente, piloti e ingegneri hanno chiesto
ai proprietari di investire in giornate di test
in pista, in galleria del vento, al simulatore
e in varie prove di laboratorio per conosce-
re il nuovo prodotto. Aggiungiamo anche il
fatto che le squadre hanno dovuto parcheg-
giare, senza ricavare profitto, le macchine
esistenti con relativi ricambi e, in senso più
esteso, abbandonare dati, conoscenze ed
esperienze. La stagione 2013 presenta inve-
ce prospettive ottime perché macchine e
motori cambieranno poco o nulla, a parte
alcuni dettagli richiesti dagli organizzatori o
dalle squadre, frutto dell’esperienza della
stagione 2012: le squadre potranno quindi
concentrarsi per almeno quattro stagioni
sulla gestione ordinaria dei costi e dei rica-
vi e sull’organizzazione efficiente delle per-
sone e delle attività».
Avete sviluppato degli aggiornamen-
ti per la stagione 2013? In cosa consi-
stono?
«
Ogni cambiamento ha un costo che alla
fine qualcuno nel sistema paga con l’ecce-
zione dei dispositivi di sicurezza il cui costo
di acquisto è generalmente inferiore al costo
delle conseguenze della non sicurezza; per
questo l’introduzione di miglioramenti alla
sicurezza è più veloce e incontraminori resi-
stenze. Come esempio di miglioramento
legato alla sicurezza partiamo del rischio di
ribaltamento che affronta un pilota in caso
di urto laterale contro le barriere sugli ova-
li ad alta velocità e dalla particolarità che la
carrozzeria della nuova Dallara Indycar è
più larga delle ruote e quindi urta per pri-
ma le barriere in caso di urto laterale. Nel-
la stagione passata questo rischio di ribalta-
mento non era elevato e non ci sono state
conseguenze negative per i piloti; tuttavia ci
siamo resi conto che si potesse fare ancora
di più.
Su indicazione dei piloti e d’accordo con la
Indycar, dopo aver già modificato durante
la stagione la struttura della carrozzeria, in
Dallara abbiamo progettato e costruito
strutture laterali da montare ai lati dell’abi-
tacolo all’altezza delle spalle del pilota. Que-
ste strutture sono installate all’interno del-
la carrozzeria e non sono esposte al flusso
d’aria esterno; in questo modo non abbia-
mo alterato né la prestazione né la stabilità
aerodinamica, ma abbiamo migliorato la
sicurezza passiva in caso di incidente. Un
secondo esempio di aggiornamento riguar-
da i circuiti cittadini, che riscuotono un cre-
scente seguito di appassionati e permetto-
no alle amministrazioni locali di migliorare
l’economia locale attraendo nuovi turisti
(
pensiamo a Baltimora e in un prossimo
futuro a Providence ). Per questi circuiti,
caratterizzati da frenate violente e basse
velocità medie, abbiamo sviluppato prese
che convogliano una maggiore portata di
aria di raffreddamento per i freni: gli inge-
gneri delle squadre decideranno se privile-
giare la prestazione sul giro con le prese esi-
stenti, più piccole, o installare le prese fre-
ni maggiorate per ridurre la temperatura di