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TECNOLOGIA
SIMULATORE DALLARA
Ingegner Moroni, il simulatore Dalla-
ra è ormai un “cult” per team e piloti
italiani. Ci vuole ricordare in sintesi su
che tipo di tecnologia è basato?
«
L’idea di base era di avere un banco prova
che fosse in grado di replicare la prestazione
della macchina, o meglio l’effetto sul pilota
della prestazione della macchina. Un banco
prova realistico nell’indurre nel pilota le sen-
sazioni di guida. Il pilota deve essere obbliga-
to a guidarlo come guiderebbe la macchina, è
lì la chiave. In altre parole: a fronte di una
sbandatadeve trovarsi a farequelloche fareb-
be in pista. Il modello di calcolo dellamacchi-
na fornirà così le risposte che avrà la macchi-
na vera in pista. Altrimenti, se un pilota sem-
plicemente “videogioca”, può a sua volta for-
nire almodello della vettura un input che non
èrappresentativodellarealtà.E’tuttolìilvalo-
re ingegneristico di un simulatore”.
Un tipo di effetto-realtà che si ottiene
attraverso modelli matematici?
«
Si ottiene con l’unione di due cose. Modelli
matematici altamente dettagliati e rappre-
sentativi di come sono fatte la macchina, la
strada, le gomme, uniti a sollecitazioni dina-
miche che facciano in modo che il pilota
all’interno del simulatore percepisca questi
dettagli: se la macchina è sovrasterzante, se
la strada è liscia, se l’aerodinamica che hai
modellato per due configurazioni d’ala diver-
sa si comporta in effetti in maniera diversa.
Se manca una di queste due componenti il
simulatore può essere comunque utile per
altri scopi - ad esempio per imparare come
sono fatte le piste, la sequenza di curve, qua-
le è la marcia da usare - ma non per allenar-
si al pilotaggio a 360 gradi».
Che tipo di test si possono effettuare al
simulatore?
«
Il pilota può sperimentare in anteprima
quello che si troverà a fare in pista, cosa uti-
lissima specie per i campionati che prevedo-
noprove libere limitatissime. Può testare tut-
ta una serie di situazioni come la partenza, il
bagnato, le condizioni del vento, lamacchina
usurata, situazioni che possono verificarsi.
Inoltre anche i tecnici posso ricavare utili
indicazioni dal comportamento della mac-
china. Insomma, èuna telemetria infinitache
descrive il comportamento della macchina.
Con un piano di prove adeguatamente ricco
di test si ottengono risposte che permettono
di arrivare in pista con un 80%del lavoro già
avviato».
In questomodo è possibile anche ana-
lizzare lo stile di guida di un pilota?
Decisamente sì. In pista quando confronti
due piloti diversi non hai mai una fotografia
chiara, perché la macchina può essere diver-
sa, le condizioni della pista possono variare
di momento in momento: al simulatore tut-
to questo è possibile isolarlo, variando un
parametro solo alla volta. Si ha la certezza di
avere sempre la stessa macchina, la stessa
pista. E’ lo strumento perfetto per confronta-
re due piloti diversi».
Esistono valutazioni oggettive della
fedeltà dei risultati ottenuti al simula-
tore rispetto all’esperienza in pista?
«
Più che un numero indicativo della vicinan-
za del dato simulato a quello reale, è più indi-
cativo capire che tipi di test conduciamo noi
tecnici Dallara o l’ingegnere che accompagna
il pilota a una sessione. Si arriva a fare delle
prove in cui viene variato un angolo ruota di
un decimo di grado, o un altro parametro di
assetto magari di un millimetro: ciò dà
un’idea di quanto sia accurata la simulazio-
ne. In un video gioco non si ha certo la pre-
tesa di cambiare unmillimetro di convergen-
za e osservare una differenza nei risultati».
Sarà mai possibile sostituire il lavoro
in pista con quello al simulatore?
«
No, la sostituzione al 100% non sarà pos-
sibile. Perché al simulatore è possibile
sostenere tutti i test che si vogliono, ma non
si riuscirà mai a coprire la variabilità a cui
ti obbliga ilmeteo di quel preciso giorno del-
l’anno, di quella particolare condizione del-
la pista. Il simulatore permette di verificare
una serie di combinazioni che possono por-
tare a un 80-85% di messa a punto dell’in-
sieme macchina-pilota. E il vantaggio di
simulatore come quello Dallara è che non si
tratta di calcoli e basta, ma di calcoli verifi-
cati in tempo reale insieme con il pilota. Ma
non sarà mai possibile sostituire la percen-
tuale di incertezza dovuta dalla singolarità
del giorno».
Computer, galleria del vento, simula-
tore: come si articolano questi tre
momenti?
«
Il simulatore, in un’azienda come la Dalla-
ra, rappresenta in effetti il collettore delle
informazioni di tutti gli altri reparti. Obbliga
e favorisce le interazioni tra reparti diversi.
Dato che occorre comporre un modello che
sia rappresentativo della macchina intera,
tutte i settori che si occupano di fornire una
certa caratteristica alla macchina - la proget-
tazione delle sospensioni, il calcolo al com-
puter della prestazione aerodinamica, la
misura di galleria del vento… – devono ali-
mentare il modello veicolo che fa muovere il
simulatore. Il simulatore è speculare alla
macchina reale: tutti i diversi settori lavora-
no per il simulatore, così come lavorano per
la macchina finale, e così come il simulatore,
a sua volta, lavora per tutti i diversi settori
perché è in grado di valutare, insieme alla
prestazione del pilota, quanto è buona una
soluzione aerodinamica o quanto affidabile
una sospensione progettata in un certo
modo».
Quante ore viene utilizzato al mese?
Quante persone sono necessarie per
farlo funzionare?
«
Dallara divide l’uso del simulatore tra l’uso
interno per il miglioramento dei nostri pro-
getti, delle nostre macchine presenti e futu-
re, e quello per clienti esterni. Adesso ad
esempio lo stiamo utilizzando per impostare
e sviluppare, prima ancora che esista il pro-
totipo reale, la Super Formula per il 2014. Lo
utilizziamo con i nostri piloti di riferimento
circa per il 50%, il resto del tempo è disponi-
bile per singoli piloti, o per squadre che ven-
gonodanoi conpiùpiloti, o ancoraper azien-
de coinvolte nella progettazione sia di vettu-
re da corsa sia stradali. Il simulatore alla fine
viene usato settimanalmente in proporzioni
variabili tra questi due tipi di uso. Ovviamen-
te, nei mesi più caldi per le competizioni
lasciamopiù spazioa chi vuolepreparareuna
gara».
Quanti circuiti e tipi di vetture è possi-
bile testare nel simulatore di Varano?
«
Può essere configurato con tutte le nostre
macchine, Gp2, Gp3, Formula 3, World
Series, IndyCar, Grand Am, con un assorti-
mento di piste continuamente in espansione.
Ora ci sono tutte quelle del campionato Gp2
e Gp3, un assortimento sempremaggiore dei
circuiti europei e circa la metà delle piste
americane, e l’idea è di aumentarle».
Sonoprevistinuovicircuitiperil2013?
«
Stiamo aumentando le piste italiane e euro-
pee della Formula 3 e della World Series,
extra circuiti Formula 1».
Ci può raccontare, in breve, una ses-
sione “tipo” al simulatore?
«
In caso di campionati come Gp2 o World
Series ospitiamo l’intera squadra con i tecni-
ci di acquisizione dati e i piloti. Una giornata
di lavoro si svolge tipicamente con le stesse
modalità con cui viene condotta in pista, ma
una singola sessione al simulatore “vale” 3-4
giorni di test in pista. Se si pensa che il tem-
po per cambiare configurazione alla macchi-
na è lo stesso per cambiare una molla; o che
per sostituire tutta una sospensione o un
cambio occorrono pochi secondi, si può
immaginare la quantità di cose che possono
essere testate in un giorno al simulatore.
Bisogna immaginarlo come un grande open