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test che lasquadracompie inpista inpiùgior-
ni. Noi in quel caso forniamo tutti gli stru-
menti affinché la squadra gestisca in modo
autonomo e sicuro sia l’assetto della macchi-
na sia i dati che vengono prodotti. Tutto fini-
scenei loro computer. Noi ci limitiamoaope-
rare al banco come assistenza”.
Quanti addetti sono necessari al fun-
zionamento del simulatore?
«
Nel caso di cui abbiamo appena parlato
uno o due al massimo. A volte però da noi
vengono piloti che vogliono valutare una
macchina rispetto a un’altra, ad esempio
che stanno pensando al passaggio dalla
Formula 3 a una macchina superiore, e che
quindi arrivano senza una squadra o un
piano di prove prestabilito. In quel caso ci
pensiamo noi: una grande parte del nostro
personale ha esperienza di pista così prov-
vediamo a fornire tutta l’assistenza affinché
il piano di prove sia disegnato intorno ai
bisogni del cliente. Se il pilota vuole met-
tersi alla prova in condizioni particolari,
esercitare le partenze, il riscaldamento dei
penumatici, lo sfruttamento della mezz’ora
di qualifica, short o long run, noi lo assistia-
mo affinché riesca a svolgere un test plan
modellato sui suoi bisogni. In pochi minu-
ti si passa da una macchina all’altra. Le
tipologie di test sono le più varie».
A che ora inizia e finisce una giornata
tipo?
Abbiamo suddiviso le sessioni indue al gior-
no, di quattro ore ciascuna. Se condotte a
livello intensivo sono veramente lunghe. Si
possono compiere tranquillamente più di
100-150
giri in una pista di lunghezzamedia.
Si va da un minimo di quattro ore a sessioni
di più giorni, in cui una squadra vuole prova-
re al simulatore con piloti diversi».
Chi sono i piloti più famosi che hanno
utilizzato il simulatore?
«
Abbiamo ospitato una buona parte di tutti i
piloti Gp2 e World Series, quindi anche alcu-
ni che già sono in F.1 o stanno per arrivarci.
Poi abbiamo avuto piloti come Gianmaria
Bruni, concui abbiamomessoapunto il siste-
ma. Un cliente molto affezionato è Jean Ale-
si, che da noi è venuto a preparare la di 500
miglia di Indianapolis. Negli ultimi tempi da
noi sono arrivati anche Ryan Briscoe, Tony
Kanaan, RyanHunter-Reay, Marco Andretti,
Scott Dixon e altri ancora».
Si ricorda qualche esempio diverten-
te?
«
Una delle sessioni più divertenti è stata con
Kanaan, quando nell’autunno del 2011 è
venuto al simulatore con i suoi tecnici per
provare la Indycar dell’anno successivo, che
era ancora in produzione e che le squadre
avrebbero ricevuto solamente tre mesi dopo.
Tony è una persona molto simpatica, oltre
che un ottimo professionista, ed ha legato
subito con le persone di Dallara presenti
durante il test, al punto che alla fine ha chie-
sto chi fosse il tecnicodi noi piùbravonel gui-
dare e gli hapropostodi sfidarloperunaqua-
lifica simulata. Il risultato?... Aveva trascura-
to il fatto che nei giorni precedenti il nostro
collega aveva preparato la sua sessione con
qualche centinaio di chilometri di prove, per
mettere a punto il modello, le gomme, la
pista, ed era quindi “caldissimo”. Tony ha
accettato la sconfitta, veramente risicata, con
il sorriso sulle labbra, addirittura lasciando-
gli come premio i guanti con cui aveva corso
l’ultima 500miglia di Indianapolis! Un gran-
de».
(
Testo dal
Dallara Magazine)