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FORMULA 1
IL FATTO
Paolo D’Alessio
In attesa della prossima sessione di test, che si ter-
rà dal 19 al 22 febbraio a Barcellona, e che vi docu-
menteremo in diretta su Twitter, a tenere banco è
stato il caso del “buco” sotto il musetto della Fer-
rari. Ma che questo orifizio serva a raffreddare
l’abitacolo, gli organi meccanici all’interno delle
fiancate o ad incrementare la deportanza della
F138, conta poco: il vero problema della Formula
1,
alla vigilia del mondiale 2013 è un altro e lo ha
espresso chiaramente Martin Whitmarsh in una
recente intervista alla BBC. Secondo il boss della
McLaren “di 11 team almeno 9 sono al limite della
sopravvivenza”. Esagerazioni, eccesso di allarmi-
smo, pretattica, terrorismo psicologico? Forse, ma
le parole di Whitmarsh non vanno assolutamente
sottovalutate. Al contrario, bisogna soppesarle e
capire quanto ci sia di pretattica e quanto reale sia
invece l’allarme lanciato alla BBC. Partiamo dal-
l’aspetto meramente contrattualistico: è innegabi-
le che queste dichiarazioni “bomba” vanno inter-
pretate come una sorta di ultimatum a Bernie
Ecclestone, come l’ennesima rivendicazione per
innalzare ulteriormente la quota dei diritti televi-
sivi, che attualmente viene distribuita in ragione
del 47% ai team e il restante alla CVC, il fondo di
investimento proprietario della Formula 1. E che
un’iniezione di denaro sarebbe salvifica per tanti
team, lo si capisce dalle immagini dei primi test.
Basta guardare le monoposto 2013. Sulle fiancate
della Williams, grande protagonista di un passato
recente, campeggia solo il numero del pilota, ma
non c’è ombra di sponsor. La Lotus, altra stella di
prima grandezza, per ovviare a questo inconve-
niente ha disseminato il suo nome su scocca e ala
posteriore e scritto a lettere cubitali il nome dei
piloti sulle prese d’aria, come si trattasse di un con-
tribuente pagante. La Sauber, che presenta la vet-
tura forse più innovativa del lotto, è ricorsa all’esca-
motage di una colorazione tricolore, per camuffa-
re la desolata assenza di sponsor. Se poi scendia-
mo più in basso nello schieramento, le cose peggio-
rano ulteriormente. In casa Force India continua a
sopravvivere la scritta Kingfisher, ma la compagnia
aerea del magnate indiano Vijay Mallya è pratica-
mente fallita, la Catheram 2013 ha sfoggiato un
accattivante verde scarabeo metallizzato e un solo
sponsor di un certo peso, mentre sulla Marussia
non c’è proprio ombra di finanziatori. Ora, parlare
di pretattica di fronte a questo sconfortante pano-
rama, ci sembra veramente eccessivo. La crisi c’è,
si vede, morde e la categoria regina dell’automobi-
lismo mondiale rischia grosso. Anche perché nella
gallina dalle uova d’oro non si sa guardare avanti e
trovare un minimo di compattezza. Volendo cerca-
re una similitudine con qualcosa di esistente,
potremmo benissimo accostare il mondo dei Gran
Premi al clima pre-elettorale del nostro Paese. Tan-
te discussioni, tutti contro tutti, poca lungimiran-
za e l’assenza totale di qualche ricetta per uscire
dalla crisi.
REGOLAMENTI
Il boss supremo
della F.1
Bernie Ecclestone
con il suo braccio
destro Pasquale
Lattuneddu