7
Le pagelle
Mark Webber
9
Nico Hulkenberg
8
Lewis Hamilton
7,5
Nico Rosberg
7,5
Jenson Button
7
Adrian Sutil
7
Paul Di Resta
7
Sergio Perez
6,5
Kimi Raikkonen 6,5
Romain Grosjean
6,5
Valtteri Bottas
6,5
Jean-Eric Vergne 6,5
Daniel Ricciardo
6
Esteban Gutierrez
6
Felipe Massa
6
Jules Bianchi
6
Giedo Van der Garde 6
Charles Pic
6
Max Chilton
5
Sebastian Vettel
4
Pastor Maldonado
2
Fernando Alonso
2
team principal appena dopo il fattaccio, ma come ha fatto notare
con amaro sarcasmo Webber, «non possiamo spingere il bottone
del rewind». E chissà se al di là delle spiegazioni, delle scuse, delle
facce di cemento esibite, alla Red Bull qualcuno vorrebbe davvero
spingerlo. Ritrovarsi conWebber sul gradino più alto del podio, ma
con Vettel chiaro candidato “interno” per la rincorsa al quarto tito-
lo, sarebbe stato più onesto, ma forse un tantino scomodo. E proba-
bilmente all’interno del team ci sono due correnti di pensiero, due
fazioni, se volete. Quella che sostiene che Vettel va comunque privi-
legiato e quella che è convinta che dopo tanti anni di onorato e lea-
le servizio, a Webber non vadano imbrigliati i sogni. Alla vigilia la
Red Bull si era ritrovata alle prese con il problema della RB9 “man-
giagomme”, ma in gara, grazie al suicidio di Fernando Alonso, ai
problemi di Jenson Button, al passo indietro delle Lotus – e ai pit-
stop perfetti del team – tutto si era messo al meglio. «Sfortunata-
mente a volte gli interessi del team non coincidono con quelli dei
piloti», ha esalato con fatalismo Horner. «Sebastian ha scelto di
prendere la gara in mano, per fortuna ha compiuto una manovra
pulita, ma certamente ciò che è accaduto è frustrante, non avrebbe
dovuto succedere. E’ qualcosa di cui del resto Vettel si è scusato e di
cui discuteremo al nostro interno». Le gomme sporche vanno lava-
te in famiglia.