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ITALIANO RALLY
IL CIOCCO
Guido Rancati
A chi vuol sapere se mi aspettavo di vincere,
dico che no, che non me l’aspettavo”. A cose
fatte, Giandomenico Basso non la fa lunga.
Ripete che l’operazione che l’ha portato in Gar-
fagnana con una 206 Super2000 gommata
Michelin s’è concretizzata all’ultimo momento
e ricorda che la francese di Munaretto l’ha avu-
ta fra le mani solo allo shakedown e che i cin-
que passaggi su una striscia d’asfalto scivolo-
sissima e per forza di cose corta gli sono servi-
ti per cambiare qualcosa: “Ho badato – spiega
a renderla più facile possibile”. Poi filosofeg-
gia: “Le corse sono strane: a volte si lavora tan-
to nel pregara e i risultati non vengono, altre
volte invece basta poco per trovare le soluzio-
ni giuste…”. Non infierisce sui vinti, non dice
che la due litri aspirata del Leone, in preceden-
za, l’aveva usata solo al Monte-Carlo di due
anni fa e non tira neppure in ballo la storia –
vera – che oltre alla vettura ha riscoperto le
scarpe francesi: “Con esse – taglia corto – ci
avevo corso fino a qualche tempo fa e quindi
già le conoscevo”. A chi gli chiede se è conten-
to, risponde nel suo stile: “Sì, molto. Ma più
ancora che per il risultato, lo sono per avere
avuto la possibilità di tornare a correre”. E a chi
gli fa osservare che questo successo è la miglior
risposta ai tanti, troppi, che nel recente passa-
to avevano attribuito alle doti della Fiesta
Regional il merito delle sue vittorie, ribatte con
un mezzo sorriso e un “già”.
Quello che il veneto non dice, lo dicono i nume-
ri: il distacco rifilato agli avversari meno lon-
tani, i nove successi parziali rastrellati nella
due giorni che ha aperto la serie tricolore. A
chiarire che non c’è stata storia sono soprattut-
to i cinque migliori tempi da lui collezionati
nelle prime sei prove speciali, quelle che han-
no dato modo ad Alessandro Perico di ipoteca-
re il secondo posto. Quelle che hanno sancito
la sconfitta di Umberto Scandola, il grande bat-
tuto del fine settimana. Non cerca scuse, il
veronese della Skoda. Ammette che ametà del-
la prima giornata aveva già sotterrato il sogno
di imporsi e, da lì in poi, di aver badato solo a
non perdere un piazzamento che, chissà, forse
gli verrà comodo al momento di tirare le som-
me. Senza mascherare il suo sgomento davan-
ti a un risultato che non è quello che s’era
immaginato, attribuisce la sconfitta alla man-
canza di feeling. Quello che, già costretto a
inseguire, deve trovare in fretta con le Pirelli.
Ma par di capire che sa anche di dover ritrova-
re la serena spensieratezza di un passato non
ancora remoto, di quando, per dire, al Sanre-
mo e al Valais, non aveva sulle spalle la pres-
sione di chi deve vincere a tutti i costi e finché
stava in strada dava sberle a tutti.
Alessandro
Perico