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GP BAHRAIN
MCLAREN
GIOCHI
Stefano Semeraro
Si mordeva le labbra, ma non ha detto nien-
te, Martin Whitmarsh. Non una sillaba per
fermare la furia di Sergio Perez, detto Che-
co, che in pista stava distribuendo sportel-
late un po’ a tutti, ma soprattutto a Jenson
Button, il suo compagno di squadra. Che a
un certo punto, evidentemente turbato da
quel contegno decisamente poco diploma-
tico, lui sì che ha gridato nella radio: «Ehi,
ditegli di calmarsi un po’…». In effetti Perez
in qualchemomento ci è andato giù un dav-
vero duro, stile caterpillar. Una ruotata a
destra, una ruotata a sinistra. Fatti più in
là, caro Jenson. Del resto in settimana era-
no stati proprio quelli della McLaren a far-
gli notare che da un giovanotto rampante
come lui, assoldato per sostituire niente di
meno che Lewis Hamilton, si aspettavano
un comportamento più aggressivo. Eviden-
temente anche Checo non aspettava altro
per marcare il territorio: ecco, se volete io
so correre così. Ma lo volete veramente?
«
E stata una gara incredibile – ha gongo-
lato il Speedy Sergio – immagino di essere
stato un po’ aggressivo in pista oggi, e pren-
dersi a ruotate con Jenson in effetti è stato
un po’ troppo rischioso, un po’ troppo duro.
Ma dai box nessuno ci ha detto di smetter-
la di lottare. Non ci sono stati ordini di scu-
deria, insomma. E’ scorsa adrenalina a fiu-
mi, e Jenson è sempre un grande pilota, in
futuro ci aiuteremo sicuramente di più. La
cosa bella è che dopo la gara è stato molto
tranquillo e sorridente conme.Ma non ave-
vo dubbi, perché oltre che un grande pilo-
ta Jenson è una gran persona». Sarà la
scuola dello sport inglese, del rugby ad
esempio: darsela di santa ragione in cam-
po, ma appena il match finisce stringersi la
mano e bersi una birra insieme.
«
Non sono contento di come sono andato
oggi – ha ammesso Button, onestissimo
come sempre – perché è vero che mi sono