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IL PERSONAGGIO
TREVOR CARLIN
Philip Morris
Mentre si prepara un tè sotto la tenda della
sua squadra impegnata nellaRenault 3.5 nel
freddo di una Alcaniz che nemmeno a fine
aprile sembra intenzionata a fare pace con il
meteo, non diresti che Trevor Carlin sia uno
dei team principal più impegnati del motor-
sport. L'atteggiamento gioviale e rilassato
non tradisce alcuna pressione, che pur non
deve mancare a un uomo che gestisce una
vera e propria multinazionale delle corse,
impegnata contemporaneamente su cinque
fronti diversi:GP2, F.Renault 3.5 eGP3oltre
alla F.3 europea e britannica. Quest'impe-
gno a 360 gradi nelle corse riservate alle
monoposto rende Carlin un esempio da
seguire per molti suoi colleghi, e una delle
persone più qualificate per valutare l'attua-
le stato di salute delle formule propedeuti-
che alla F.1, argomento su cui ha accettato
di darci la sua visione.
Il suo team è stato uno dei più grandi
sostenitori della F.3 Inglese, in cui
solo l'anno scorsoha schierato cinque
vetture. Ora la serie britannica è sta-
ta ridimensionata mentre la trasfor-
mazione della F.3 continentale in un
vero e proprioEuropeo FIA, voluta da
Berger, sta dando i suoi frutti. Come
vede Carlin lo stato della categoria?
"
Le corse sono un lusso, ed è normale che in
periodi come quello che stiamo attraversan-
do, soffrano. Per questo è necessario pren-
dere le contromisure corrette, e con la F.3mi
sembra che ci si sia mossi nella giusta dire-
zione. Un campionato europeo forte era
necessarioper rilanciare la categoria, che era
sotto pressione per la concorrenza di altri
contesti validi come ad esempio la GP3. La
realtà è che la F.3 rischiava seriamente di
scomparire del tutto e l'Europeo in un certo
qual modo l'ha salvata. Poi certo, non è faci-
le vedere i campionati nazionali soffrire o
addirittura chiudere i battenti, ma credo ci
sarà modo di rilanciarli in futuro, magari
stando particolarmente attenti ai costi".
E l'intenzione FIA di unificare anche
il gradino di uscita dal karting con la
F4, lo trova davvero necessario?
"
Diciamo che vedo le ragioni della scelta, mi
sembra che avere una piattaforma comune
a livello internazionale sia una buona idea.
In questo caso, però, come team preferiamo
aspettare, la situazione è ancora troppo flui-
da e ci sono troppi progetti in ballo. Decide-
remo se impegnarci soltanto quando ci sarà
un quadro preciso per la categoria".
A fine 2011 la ca
di continuare il suo perc