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L’AUDI S’È D
La Casa tedesca ha confermato
massicciamente il successo di
Silverstone presentando tre proprie
LMP1 ai primi tre posti della classica
belga, lasciando le briciole e tanti
dubbi ai rivali della Toyota che
dovranno lavorare parecchio in vista
della 24 Ore di Le Mans
Alfredo Filippone
Dopo quanto visto nel 2012, con la Toyota capace di battere l’Audi pochi mesi dopo il
debutto, ci si aspettava una stagione 2013 combattutissima e magari all’insegna di un
passaggio di consegne fra la Casa dominatrice dell’endurance per più di un decennio
e la neo-arrivata nipponica. E, invece, questo avvio di stagione ha visto una perento-
ria e travolgente riscossa delle Audi. Doppietta a Silverstone e tripletta a Spa, a sug-
gellare la ritrovata superiorità della R18, ora esclusivamente in versione e-tron quat-
tro, peraltro in condizioni di gara completamente opposte, visto che in Inghilterra si
è corso nel diluvio e in Belgio sotto un inatteso sole primaverile. In casa Audi, ovvia-
mente, si respira tranquillità e si sdrammatizza. “Abbiamo lavorato bene durante l’in-
verno e stiamo raccogliendo i frutti”, dichiarava sabato sera dopo la gara il Dr. Wol-
fgang Ullrich prima di partire alla volta di Hockenheim per assistere alla gara di aper-
tura del DTM, “ma non possiamo assolutamente addormentarci sugli allori. La Toyo-
ta saprà reagire e il campionato è lungo”. Ancora una volta, nel team tedesco, il trio
Lotterer-Tréluyer-Fässler si è rivelato quello più veloce e competitivo, nonostante un
avvio non perfetto, imponendosi nuovamente a Duval-Kristensen-McNish e alla ter-
za vettura (in versione coda lunga) di Gené-Di Grassi-Jarvis. A godere di più del suc-
cesso è stato senza dubbio André Lotterer, che ha vissuto come una vittoria casalinga
la sua prima affermazione nelle Ardenne. Figlio di padre tedesco e mamma peruvia-
na, Lotterer è un cittadino del mondo, essendo vissuto in vari paesi, tra cui il Giappo-
ne, e parla alla perfezione mezza dozzina di lingue. Ma il Belgio occupa un luogo par-
ticolare nella sua geografia personale: qui ha trascorso parte dell’infanzia e dell’ado-
lescenza, negli anni in cui papà Henry, noto preparatore, lavorava per il team RAS, e
la famiglia abitava vicino a Nivelles. “E’ qui che sono andato a scuola, ho tessuto le
amicizie più forti e cominciato a correre”, spiegava Lotterer dopo la gara, a sottolinea-
re la sua gioia, ricordando che corre tutt’ora con una licenza del RACB.
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WEC
GARA A SPA